La vittoria a luglio agli Europei, pare sottotono, sopra il calcio italiano pesa il silenzio, il rammarico. Il ricordo in Inghilterra degli azzurri è stato un tributo a tutta l’Italia che aveva bisogno di credere che il nostro calcio fosse ancora spendibile in ogni angolo del Mondo, pure per uscire senza mascherina da un periodo sanitario che stava affossando l’identità del paese.

Conosco bene Roberto Mancini sin dai tempi di quando da ragazzo si allenava e dormiva con mio fratello a Casteldebole, per iniziare, partito da Jesi, con il Bologna. Il Mancio sul campo ha fatto una grande carriera con quella maglia, anche per onorare il grande presidente Dall’Ara, per poi alzare il tiro con gol da cineteca in blù cerchiato a Genova. Il C.t. della Nazionale ha messo la sua esperienza, l’anima e il cuore per arrivare lontano dopo gli Europei, il Qatar non era solo il coronamento di un sogno personale, ma la certezza di portare tutti gli italiani tra i paesi più ricchi, tra i teleschermi nelle giornate invernali.

Il presagio non si è avverato, come spesso accade quando sei costretto ad affrontare sul terreno di gioco formazioni che vestono i panni di Pollicino e che nulla hanno a perdere, se non quello di lottare con orgoglio. E’ stato così nei confronti della Macedonia, dove a girare la palla sono stati solo gli azzurri, ma senza la volontà di fare partire un “missile” utile a rompere la porta avversaria. E, poi, la beffa di un “palermitano” acquisito, ma macedone, quel punteros di nome Trajkovski, che ha tramortito Donnarumma e tutta l’Italia intera con un “Barbera” allo scadere del recupero. Dopo l’eliminazione, a bocce ferme il Mancio stravolto, addolorato è intervenuto affrontando la stampa nazionale. Ho colto in lui queste sensazioni che alla fine non sono nient’altro che le sue parole.

Questa sconfitta è la più grande delusione”. È successa una cosa incredibile. Non dovevamo esserci. La partita, abbiamo fatto di tutto per vincerla, ma certe gare sono così. Non è colpa del presidente Gravina, non è colpa dei ragazzi: il responsabile sono io.
Il gol al 90′ sembra fosse stato apposta. Non so cosa dire. Mi spiace molto per i giocatori. Il mio futuro? La delusione è troppo grande per parlarne. Comunque sono sicuro che la squadra ne abbia uno grande”.

La vittoria dell’Europeo è stata strameritata, abbiamo giocato benissimo. Diciamo che la fortuna che ci ha un po’ accompagnato all’Europeo si è però trasformata in totale sfortuna nel cammino verso il Mondiale, sono cose capitate anche a me, a Vialli”.
Questa squadra ha dei buoni giocatori, mi dispiace molto per loro. A livello umano voglio ancora più bene ai miei ragazzi stasera rispetto a luglio, questo è un momento di difficoltà. Ora bisogna far passare un po’ di tempo, perché la delusione è grandissima.

Della partita non so che dire, come le altre due con la Svizzera, purtroppo quando si perde c’è poco da dire. Abbiamo tirato 40 volte contro due, non so cosa dire, abbiamo preso il gol al 92°. I ragazzi non hanno colpe, sono professionisti e hanno un grande futuro. È un momento difficile, soprattutto nei prossimi giorni, è la legge del calcio”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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