GIOVANNI REZZA ISTITUTO SUPERIORE SANITA

Mai così basso il numero delle vittime da ottobre in una domenica che a rivisto molti italiani riprendere le strade che portano al mare, un dato crescente soprattutto al sud dove le temperature sono state magnanime a differenza del centro nord dove non sono mancate piogge, grandine e venti forti. L’Italia dunque prova a ripartire con gli stabilimenti libiri di iniziare il turismo e le piscine all’aperto.

E’ un’Italia quasi completamente in giallo quella rappresentata nella mappa del Covid a partire da oggi. Il Ministro della Salute Roberto Speranza infatti, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia dello scorso 14 maggio 2021, ha firmato una nuova ordinanza che porta in zona gialla le Regioni Sicilia e Sardegna. L’unica “variazione cromatica” sarà rappresentata dalla Valle d’Aosta che anche avendo numeri da giallo deve restare in zona arancione in base all’ordinanza firmata venerdì 7 maggio dal ministro.

Complessivamente, quindi, la ripartizione delle Regioni e Province Autonome nelle diverse aree in base ai livelli di rischio a partire da oggi e’ la seguente: zona gialla per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto; zona arancione Valle d’Aosta.

Si tratta di un risultato che arriva dopo 5 mesi e che porterà  a importanti riaperture anche nelle uniche regioni fino a ora rimaste con misure restrittive più severe. In queste aree via libera a ristoranti (quelli con spazi all’aperto), cinema, teatri e musei e spostamenti. Intanto i turisti stranieri cominciano ad affacciarsi nuovamente nelle piazze e nelle strade delle città italiane, dopo la circolare del ministro della Salute che da oggi cancella la quarantena per i cittadini dell’Unione Europea e della Gran Bretagna, ma anche per chi arriva dai territori dell’area Schengen e Israele.

In attesa del doppio appuntamento di oggi la cabina di regia politica nella quale il governo farà il tagliando alle restrizioni in vigore con il possibile posticipo del coprifuoco a mezzanotte e la riunione dei tecnici dalla quale dovrebbero scaturire i nuovi parametri per definire le fasce di colore delle regioni – riapre un altro pezzo d’Italia. Una ripartenza che conferma quel principio di gradualità e prudenza nelle scelte dell’esecutivo che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito più volte e che ripeterà nel vertice con i capigruppo di maggioranza di domani, nonostante il pressing costante del centrodestra e di buona parte dei presidenti di regione. I numeri continuano ad essere in miglioramento, come dimostrano i 6.659 casi e le 136 vittime nelle ultime 24 ore, dato quest’ultimo che non si registrava dal 22 ottobre 2020, e la campagna vaccinale procede senza intoppi. Ma per non vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi, è il ragionamento che viene fatto dalle parti di palazzo Chigi, e per non dover procedere a nuove chiusure, è necessario muoversi con cautela. Anche perché, e le immagini degli assembramenti da Bari a Palermo fino a Roma dove è stata chiusa per alcune ore l’area di fontana di Trevi sono la prova, non è ancora il momento di togliere le restrizioni.

Oggi dunque non dovrebbero esserci stravolgimenti rispetto alle ipotesi ampiamente circolate: il posticipo del coprifuoco, alle 23 o più probabilmente a mezzanotte, a partire dal 24 di maggio, la data per la riapertura dei centri commerciali nei fine settimana (probabilmente già dal 22 maggio) e quella per la ripartenza del settore dei matrimoni e delle cerimonie (si è ipotizzato attorno al 15 giugno). Non è escluso, inoltre, che dal vertice possa arrivare anche l’indicazione per una nuova verifica delle misure a fine mese nel corso della quale valutare la possibile cancellazione del ‘tutti a casa’ e affrontare il tema dell’utilizzo della mascherina all’aperto durante l’estate.

“Al chiuso la mascherina dovrebbe rimanere anche dopo, per un bel po’”, il parere del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che, nei giorni scorsi, aveva ipotizzato l’addio alle protezioni una volta raggiunti i 30 milioni di vaccinati. Apre alla possibilità di togliere le mascherine all’aperto Andrea Crisanti, secondo il quale una decisione potrà essere valutata tra “un paio di settimane”. Arriva dall’infettivologo genovese Matteo Bassetti, infine, l’invito al governo a rimuovere l’obbligo della mascherina “dopo 20 giorni dalla prima dose del vaccino”. Ed è proprio sul fronte vaccinale che il Comitato Tecnico Scientifico potrebbe varare la prossima novità, quella cioè di prolungare la validità del green pass oltre i previsti 6 mesi. Indicazioni in tal senso sono state date dal governatore della Liguria, Giovanni Toti.

“Il ministro (Speranza, ndr) ha incontrato l’Ordine nazionale dei medici – ha detto – cui ha assicurato che nei prossimi provvedimenti di legge sarà prorogato di almeno tre mesi”.

Lega: “Accelerare sulle riaperure”. Pd: “Si riapre in sicurezza”  – Il centrodestra continua però ad insistere affinché si anticipi la ripartenza di tutti i settori rispetto a quanto previsto dal decreto, a partire dai bar e dai ristoranti al chiuso. L’Italia ha dati “confortanti che ci permettono di chiedere il ritorno al lavoro, alla libertà e alla vita” dice Matteo Salvini dopo aver riunito ministri, presidenti e sindaci della Lega. Ma è sempre sul coprifuoco che si concentrano le pressioni più forti, con il ministro del Turismo Massimo Garavaglia che parla di “giorni contati” per il tutti a casa: “non funziona per il turismo e mi auguro che si possa dare il messaggio che dai primi di giugno non ci sia più”.

Anche Forza Italia, con il capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto, ne chiede lo stop. “Servono riaperture vere per tutti i settori, le imprese vogliono lavorare, con i soli ristori il paese non rinasce”. Pressioni alle quali Speranza replica rinnovando la necessità  he le riaperture siano “ponderate, perché non vogliamo tornare indietro”, mentre il leader del Pd Enrico Letta prosegue nel botta e risposta ormai quotidiano con Salvini. “Si riapre in sicurezza perché c’è stato chi ha garantito che non ci fossero scelte sbracate quando invece qualcuno voleva solo sbracare”.

E oggi dunque non ci sarà solo la cabina di regia politica. E’ previsto un incontro tra regioni, tecnici dell’Istituto superiore di Sanità e ministero in cui dovrebbe arrivare il via libera ai nuovi parametri per l’attribuzione delle fasce, che dovrebbero passare da 21 a 10-12. Resterà tra gli indicatori del rischio l’Rt calcolato sui casi sintomatici, ma non rappresenterà più un automatismo che fa scattare il cambio di colore, come avvenuto finora: è il compromesso raggiunto tra chi lo voleva cancellare del tutto (le Regioni) e chi, invece, lo ritiene ancora fondamentale per fotografare l’andamento dell’epidemia (ministero della Salute e Iss). A determinare le 4 fasce di colore dovrebbero essere l’incidenza dei casi su 100mila abitanti (con 250 si va in rosso, con 150-250 in arancione, con 50-150 in giallo e con meno di 50 in bianco) e l’Rt ospedaliero.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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