Ricorre oggi il compleanno del ciclista romagnolo più amato che ha fatto sognare i tifosi di mezza Europa. Marco Pantani, il “pirata” era nato a Cesena il 13 gennaio 1970 e purtroppo terminò la sua corsa il 14 febbraio 2004 in un albergo di Rimini.

La morte, per alcuni aspetti misteriosi, a oggi è ancora avvolta da molti interrogativi. Vincitore nel 1998 del Giro d’Italia e del Tour de France, l’anno successivo, mentre indossava la maglia rosa, fu costretto a fermarsi a Madonna di Campiglio durante l’82esima edizione del Giro d’Italia. Alla vigilia della penultima tappa, sembrava che nessuno ormai potesse sfilargli la vittoria finale. Infatti, era primo in classifica con 5’38” sul secondo e 6’12” sul terzo. Nelle sue analisi del sangue, risultò che il valore dell’ematocrito era leggermente più alto del consentito.

A questo punto il ritiro dal Giro, mentre sarà la depressione ad accompagnarlo fino all’ultima tragica tappa. Qualche sera fa guardando in televisione uno speciale sulla vita, e purtroppo anche la morte del campione, mi è tornato alla mente un episodio – vissuto insieme al pirata e alla sua ragazza – che aiutò nella “guarigione” un coetaneo. La storia. C’era un tempo in cui anche Marco Pantani faceva miracoli.

Le presunte virtù taumaturgiche del Pirata furono mostrate a fine estate 1998. Ventidue anni fa un ragazzo inglese, tale Roy Barker, scrisse al campione per ottenere un po’ di conforto dopo un gravissimo incidente stradale accaduto mentre era in sella alla sua bici da corsa sulle strade del Merseyside. A fare da tramite tra le due Ambasciate e il Campione fui proprio io, all’epoca comandante del posto estivo di polizia di Cesenatico. Christine, la fidanzata di Marco, fece la traduzione della lettera e anche quella della risposta. Pantani trovò parole semplici che venivano dal cuore.

Eccone un estratto: “Tu sei stato molto caro a pensare a me in un momento difficile come quello che stai vivendo. Devi avere pazienza e tanta determinazione, continuando a lottare contro quello che ti è successo. Insisti. Capisco molto bene la tua situazione perché l’ho vissuta anch’io”.

In precedenza avevo avuto il piacere e l’onore di ospitare e conoscere personalmente Pantani, all’apice della sua carriera, durante una visita al presidio di polizia. Ricordo lo scalatore di Cesenatico come un ragazzo disponibile e determinato nel non volere assolutamente deludere ogni suo tifoso. E la “cura” funzionò. Barker, seppure a fatica, si rimise in sesto uscendo da una situazione clinica molto difficile. Dai medici fu considerato un miracolo della mente sul corpo.

il Vice Direttore Ugo Vandelli- Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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