Un'immagine di piazza Tienanmen il 5 giugno 1989, con i carri armati dell'esercito cinese. (AP Photo/Jeff Widener, File)

Qualcuno conosce l’anonimo uomo cinese diventato famoso perche’, il giorno seguente alla protesta di piazza Tienanmen a Pechino ,si paro’ davanti ai carri armati impedendone l’avanzata?. Da quel momento la sua notorieta’ crebbe a dismisura, complici filmati e foto diffusi dai mass media in tutto il mondo.

La storia della Cina della rivoluzione culturale e quella del mondo intero cambiarono per sempre tra il 3 e il 5 giugno 1989, quando passarono le immagini della rivolta popolare in nome delle riforme democratiche repressa nel sangue dall’esercito. Gli scontri e il massacro si consumarono in varie zone della capitale Pechino ma la memoria collettiva richiama piuttosto le immagini della piazza Tienanmen e la fila di carri armati T-59 bloccati dal “ribelle ignoto”, quel piccolo
uomo senza identita’ che sfido’ da solo agli occhi del mondo il braccio armato della repressione militare mostrando a tutti il dramma collettivo di un popolo, e riuscendo
nell’impresa di apparire, passando attraverso le maglie di una delle piu’ pesanti censure della storia.

L’agitazione politica sociale in Cina era iniziata alcuni anni prima , quando il paese comunista passo’ attraverso una delle piu’ gravi crisi economiche e politiche dal dopoguerra. Gli anni settanta, se da un lato furono caratterizzati da un’apertura graduale verso il mondo occidentale, dall’altra vissero il dramma della successione di Mao Zedong culminato con l’arresto della sanguinaria “banda dei quattro” nell’ottobre del 1976.

Gli anni successivi videro il ritorno del vecchio leader Deng Xiaoping e l’inizio caratterizzato dalle cosiddette “Quattro modernizzazioni”.
Tuttavia questa transizione verso la democrazia era rimasta in stallo a causa della ferma opposizione nel nome dell’ortodossia “ rivoluzionaria” dei vertici del Partito Comunista Cinese. L’accelerazione verso la ribellione fu indubbiamente generata dal vacillare dei regimi comunisti del blocco sovietico dovuta alla dissoluzione dagli effetti dalla “glasnost” di Michael Gorbaciov. Se durante la prima fase della protesta gli scontri furono sporadici, alla viglia della visita di Gorbaciov, le voci della protesta si estesero anche alla popolazione di Pechino e quando i dimostranti capirono le intenzioni dei militari la situazione precipito’.

La notte del 3 giugno fu dato il via alla repressione armata e all’azione dei carri armati che iniziarono a farsi strada tra le barricate improvvisate.
Pochi mesi dopo la strage di Tienanmen cadeva il Muro di Berlino e la Cina entrava a far parte del sistema economico e finanziario mondiale. La rivolta del 1989 rimane tuttavia incompiuta, avendo accellerato soltanto i progressi economici e il mercato del Paese.

Che è come dire, in estrema sintesi che la strada è ancora lunga e che la libertà, i diritti umani, l’eguaglianza nella Cina di Tienanmen sembra necessitare ancora di “una lunga marcia” verso la democrazia!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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