Vasco Abbondanza gruppo

 

 

Un fiasco di vino e una birra schiumosa per unire sotto un’unica bandiera, quella dei Lennon Kelly, le campagne romagnole con le praterie infinite irlandesi. Questa è la copertina del nuovo disco “Lunga vita al re” (edito da Indiebox Music, ndr) della band folk-punk cesenate che promuove oltre a melodie nordiche il territorio nativo. A meno di 24 ore dalla presentazione presso la storica sede del Vidia Club, manco a farlo apposta dal cielo cade copiosa pioggia, sta spopolando sui social l’hashtag #sangueesale, medesimo titolo del singolo estratto di cui è stato creato un videoclip. Proprio in questo scenario la band si esibirà live questa notte alle 23.30. “Tornare è come giocare in casa e lo abbiamo deciso senza bisogno nemmeno di parlarne di presentare lì il nostro disco“ afferma il front man Vasco Abbondanza anche a nome dei compagni-passatori Cristofer Graffieti, i fratelli Costantino e Alessandro Valentini, Mirco Turci, Enrico Ricci e Davide Paci pure loro tre cugini.

Chi si può definire il “Re” contemporaneo?
“Usiamo questa metafora ironica per riferirci alla classe politica. Negli ultimi 25-30 anni non sono state mantenute le tante promesse fatte alla gente”.

In “Sangue e sale” il ruolo lavorativo ha la funzione scatenante di cambiamento.
“Parte tutto dal paragone della visione di pirati contemporanei. Il protagonista abbandona ciò che lo ha stressato per una vita interoa e alla fine è libero. A petto nudo”.

Vi aspetta un importante tour, non solo Italia ma anche all’estero.
“Le date sono in continuo aggiornamento ma l’11 aprile saremo a Roma, mentre il 17 aprile a Berlino con Banda Bassotti e 99 Posse presso il locale SO36”.

Avete riti scaramantici prima di salire sul palco?
“Quando c’è la tensione alta metto le cuffie e ascolto le 4-5 canzoni della mia playlist che mi caricano. Viviamo l’attesa del concerto molto serenamente e abbiamo la fortuna di non sentire la tensione perchè ci sentiamo a nostro agio”.

Il momento più duro che avete dovuto superare?
“Quando abbiamo incominciato a girare settimanalmente fuori dall’Italia si era creata tanta pressione. L’idea di non essere mai a casa nei weekend e cambiare abitudini ci ha scossi. Poi dopo i primi risultati positivi è tutto svanito. L’ottimo rapporto che lega i membri della band fa si di curare subito le divergenze nel caso nascessero”.

Cosa rappresenta la parola “libertà”?
“Secondo noi significa avere la mente sgombera mentre siamo a contatto con tutto ciò che ci circonda. Vuol anche dire combattere per sé stessi e per chi sta peggio e soprattutto sapere ringraziare. Concettualmente suoniamo per dare voce alle nostre generazioni oppresse.  La gente può così assorbire i valori e rispecchiarsi nei testi. Proprio queso è la prima fonte di ispirazione per i lavori che facciamo. Abbiamo un rapporto viscerale col pubblico, vogliamo il contatto diretto con chi ci ascolta. Lo spettacolo va in scena se c’è il pubblico e non solo i Lennon Kelly”.

I temi sociali all’interno dei brani sono un comun denominatore. Come si può, anche attraverso la musica, cambiare questa triste realtà?
“Bisogna stare al passo con i tempi per mantenere l’Italia viva attraverso un processo di rinnovamento ideologico e a livello istitutizionale. L’Europa avanza e progredisce, ogni stato ha la sua unione a differenza nostra in cui il singolo pensa solo a sè stesso. L’italiano medio scenderà in piazza per festeggiare il campionato vinto e non per ad esempio protestare”.

Anche il calcio fa parte della vostra vita?
“Io e altri due membri della band abbiamo un amore viscerale per il Cesena Calcio. Non ci perdiamo nemmeno una partita. Altri due invece tifano per Milan e Inter”.

A cura di Marco Rossi – Foto Marco Rossi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui