Lolita aveva circa 4 anni quando fu catturata nello Stretto di Puget – un’intricata insenatura nel Nord-ovest dell’Oceano Pacifico – nell’estate del 1970 e fu subito venduta e trasferita in Florida. Da allora ha vissuto nel Seaquarium di Miami addestrata a esibirsi davanti al pubblico, poi si è ammalata.

A Miami Tokitae, come viene chiamata oggi, ha vissuto per dieci anni insieme a un’altra orca, Hugo, che morì nel 1980. Adesso nell’acquario rimane solo un delfino a strisce bianche, chiamato Lii.

L’anno scorso, in base a un accordo con le autorità federali, il Miami Seaquarium ha annunciato che non avrebbe più messo in scena spettacoli con l’orca, che oggi ha 57 anni e pesa oltre due tonnellate. Tokitae vive attualmente in una vasca angusta per le sue dimensioni: 24 metri di lunghezza per 11 di larghezza e appena 6 di profondità.

L’orca che si ritiene essere sua madre si chiama Ocean Sun e continua a nuotare libera con gli altri membri del loro branco – noto come ‘L pod’. Secondo gli studiosi Ocean Sun avrebbe più di 90 anni. Un ulteriore argomento per i sostenitori della liberazione di Tokitae è che potrebbe avere davanti a sé ancora una lunga vita in natura.

A concludere l’accordo per la liberazione dell’orca una strana coalizione composta da un gruppo animalista, il proprietario del parco a tema e il patron di una squadra di football americano.

L’accordo tra Jim Irsay, CEO degli Indianapolis Colts, Eduardo Albor, a capo della The Dolphin Company, proprietaria del Seaquarium, e l’associazione no-profit ‘Amici di Toki’, fondata dall’ambientalista Pritam Singh, deve però ancora essere approvato dal governo e l’operazione di trasbordo dell’animale è tutt’altro che semplice.

Si dovrà scegliere con attenzione l’acqua con cui trasportarla, un aereo abbastanza grande da trasferirla in sicurezza e l’attrezzatura necessaria per far salire e scendere la balena dall’aereo.

I tempi per lo spostamento dell’animale potrebbero variare da 18 a 24 mesi e i costi potrebbero raggiungere i 20 milioni di dollari. Il piano prevede di trasportare Lolita in un santuario oceanico nelle acque tra lo Stato di Washington e il Canada, dove inizialmente nuoterà all’interno di una grande rete.

Cinquanta anni di cattività non passano senza conseguenze e Toki deve imparare a catturare i pesci. Allo scopo sarà seguita da una squadra di addestratori e veterinari.

Dovrà anche sviluppare la sua muscolatura, poiché le orche di solito nuotano per circa 60 chilometri al giorno, spiega Raynell Morris, anziano della tribù indiana Lummi di Washington che fa parte del consiglio di amministrazione di ‘Amici di Toki’. L’orca dovrà essere sottoposta a cure 24 ore su 24 finché non si acclimaterà al nuovo ambiente.
ambiente e gli addetti del Seaquarium hanno già iniziato a prepararla per il viaggio.

Per anni le associazioni animaliste hanno organizzato manifestazioni di protesta lungo la strada che costeggia il Seaquarium, battendosi perché Tokitae trascorresse i suoi ultimi anni in un ambiente controllato, nel suo habitat naturale.

I rappresentanti di PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) chiedono che Lolita non subisca lo stesso destino del suo compagno Hugo, morto nel 1980 a causa di un aneurisma cerebrale dopo aver sbattuto ripetutamente la testa contro le pareti della vasca.

Albor ha detto giovedì che quando la sua azienda era in trattative per l’acquisizione del Seaquarium (nel 2021), sua figlia si è arrabbiata nel vedere lo spettacolo dell’orca: “Questo posto è troppo piccolo per Lolita”.

A cura di Televideo – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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