Lolita: dall’incipit indimenticabile alla fine tragica, e’ stato uno dei romanzi piu’ controversi, discussi, scandalosi, del Novecento.

Capolavoro di Vladimirr Nabokov, autore russo naturalizzato statunitense, che per pubblicarlo dovette ricorrere a una casa editrice erotica francese, si contraddistingue per lo stile alto ed elegante , che accenna a scabrosita’, senza mai descriverle esplicitamente.

E’ la storia dell’ossessione malata di un uomo per una ragazzina , rimasta nell’immaginario collettivo e nel linguaggio comune.
…” Lolita, luce della mi vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia.
Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato, per andare a bussare al terzo, contro i denti. Lo-li-ta.
Era Lo, null’altro che Lo, al mattino, diritta nella sua statura di un metro e cinquantotto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti . Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita.”…

Lolita va molto al di la’ dell’argomento scabroso e tabu’ della pedofilia, e’ anche oltre la sua stessa capacita’di regalare al mondo un archetipo letterario, in grado di penetrare nell’immaginario collettivo e nel linguaggio comune: la Lolita, la ninfetta, la ragazzina precoce e provocante.
C’e’ chi ha detto che questo libro e’ un opera d’arte estrema in grado di scandagliare i terrificanti abissi della natura umana, che solo la passione piu’ pura puo’ far emergere.

Per altri e’ la tragica descrizione dell’alienazione dell’essere umano: il protagonista si realizza solo in una condizione di isolamento dal mondo, tenendo quasi prigioniera la sua stessa vittima nella gabbia metallica di un automobile o nei piu’ squallidi motel degli Stati Uniti.

Si potrebbe azzardare un interpretazione di questo tipo: questo romanzo appare un analisi, elegante e al contempo malata, del desiderio umano, dell’infinita lotta che dobbiamo intraprendere per non essere, alla fine, mai soddisfatti e davvero felici, anche quando siamo per un attimo convinti di aver raggiunto il nostro obiettivo, agognato e amato, e inevitabilmente sempre perso.
Lolita e’ e resta una storia d’amore.
Struggente, dolorosa, definitiva.

Una storia che sfiora la pedofilia, che viene confusa sicuramente nei meandri della pornografia, ma che fu oltre il limite della trama uno dei piu’ sublimi giochi letterari del secolo, e sicuramente una sfida alla lettura morale dell’eros.
La perversione della letteratura, da sola, crea le proprie leggi e rispetta solo quelle . rispondere alla propria moralita’ e’ l’unico canone della letteratura e, se questa, permette lo scandalo, non vi e’ altra modalita’ che potrebbe condannarlo.

In questo caso quel che la societa ’ha letto come illecito, la letteratura ha ritenuto legittimo, quel che poteva essere scandalo, era soltanto provocazione.
Non c’e’ nulla di nefando in Lolita.

C’e’ persino l’amore.

E questo adulto innamorato di una ragazzina non e’ indecente, assume a tratti le sembianze di un animo poetico, che si ciba delle sensazioni che l’infatuazione -ossessione- amore provoca in un uomo; quello che a taluni appare osceno e’ piuttosto l’idea che un uomo adulto possa innamorarsi di una bambina.

Credo che il modo migliore per capire, sia escludere la forma dalla critica a Lolita.
Immorale e’ la possibilta’ della loro storia d’amore, ma sicuramente non lo e’ il modo in cui viene rappresentato il loro rapporto.
Un Amore che, se letto senza condizioni anagrafiche, risulterebbe naturale e meraviglioso!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Reuters

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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