Che ci fosse bisogno di un rilancio spettacolare lo si sapeva, ma in queste prime nove tappe del Tour si è andati ben oltre, perché prima ci si sono messe le numerose cadute di massa, poi ecco che la strada ha avuto il sopravvento e qui lo spettacolo è stato sensazionale, con fughe che, ancora prima delle montagne, hanno mandato all’aria tutti i piani pre corsa.

Chi poteva pensare che Roglic, Thomas ed altri possibili favoriti e/o protagonisti fossero già fuori dai giochi quando non a casa, prima ancora di metà corsa? Vero, le cadute sono state determinanti, ma con il Pogacar visto nella cronometro e sulle Alpi, in quanti sarebbero riusciti comunque a sbarrargli la strada?

Il capitano della UAE è stato perfetto, stellare, uno che pare su di una moto mentre gli avversari vanno …. sul Ciao! Troppa la differenza tra lo sloveno ed il resto della compagnia, con o senza squadra, anche se finalmente qualcuno dei suoi, Formolo su tutti, riesce a dargli un po’ di aiuto.

Quella che è la superiorità di questo ragazzo lo si è visto quando, dopo che la Ineos aveva tirato al massimo per diversi chilometri, Carapaz ha tentato uno scatto e Tadej dopo averlo seguito senza apparente sforzo, ha mollato lui ed il gruppetto in cui erano, con uno scatto poderoso che ha annichilito tutti, senza nessuna possibilità di tentare alcunché, tanta è stata l’evidente superiorità della maglia gialla.

Non solo Pogacar comunque in questo Tour, perché sarà stata solo l’impronta di poche tappe, ma come non ammirare le prove di Van der Poel e Van Aert, non certo due per il momento adatti ai grandi giri, così come il Campione del Mondo, Alaphilippe ed anche Vincenzo Nibali, capace di far vedere quanto grande sia sempre la sua classe, al di sopra di critiche che non mancano mai, ma sono le solite di gente che critica, parla e …. basta!
Insieme al Pogacar dominatore, non si può non sottolineare come ci sia chi non può contrastarlo ma ha sin qui cercato comunque di fare la corsa, e parlo dell’australiano Ben O’Connor, capace di vincere la nona tappa, sfiorando la conquista della maglia gialla e che è al momento secondo a 2’01”, così come un plauso va ad Uran (terzo a 5’18”), Vingegaard (quarto a 5’32”), Carapaz (quinto a 5’33”), così come Mas, Kelderman, Lutsenko, Martin, Gaudu, a completare la top ten della classifica, tutti rappresentanti di formazioni diverse, a confermare la durezza della corsa.

Cosa aspettarsi da ora in poi, considerando che ci sono ancora tappe difficili e, soprattutto, i Pirenei, ad attendere il gruppo? Quasi impossibile pensare ci sia, in questo momento, qualcuno in grado di battere Pogacar, anche se …. nulla è mai detto e le sorprese sono sempre dietro l’angolo, però o lo sloveno entra in grave crisi, oppure qualcuno lo “rapisce”, altrimenti il secondo gradino del podio sarà il massimo cui ambire.

Il Pogacar odierno sembra Merckx, con la differenza che vince lasciando comunque spazio anche agli avversari, lasciando il successo di tappa a chi ha pedalato in fuga per tanti chilometri, o chi comunque merita una gioia di giornata; un vincente non cannibale, tanto per intenderci e questo, quando ce ne sarà bisogno, darà modo di ricevere magari un aiuto, per tirare il gruppo o per inseguire un avversario …. antipatico.

In tutto questo la speranza è che quello che ci esalta sia merito delle doti che il Padreterno ha donato a Matej, perché sarebbe davvero tristissimo se un giorno ci accorgessimo di essere davanti ad un nuovo Armstrong, magari aiutato e spalleggiato dalle istituzioni, cosa già avvenuta e ripetuta abbondantemente, il che segnerebbe la fine del ciclismo e della bellezza di questo serpentone colorato che riempie le strade e fa sognare.

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani – Foto ANSA

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui