GIAN CARLO BLANGIARDO ISTAT

La pandemia ha messo a dura prova non solo la salute degli italiani, ma anche la tenuta del sistema sanitario, delle imprese e delle istituzioni scolastiche. Nonostante gli indicatori negativi però ci sono chiari segnali che la ripresa stia per cominciare e che sia possibile lasciarci alle spalle uno dei periodi più duri e oscuri della nostra storia recente accaduta nel Paese.

E’ quanto emerge da un’analisi dell’Istat nel suo Rapporto annuale 2021, sottolineando però alcuni aspetti che ancora pesano come la disoccupazione e la povertà assoluta che tocca oltre 2 milioni di famiglie.

“Nonostante un moderato recupero occupazionale nei mesi recenti, a maggio ci sono 735 mila occupati in meno rispetto a prima dell’emergenza“, si legge.
E ancora: “I trasferimenti alle famiglie hanno limitato la caduta del reddito disponibile (-2,8%) – osserva il rapporto – il calo dei consumi è stato ben più ampio di quello del reddito, di conseguenza il tasso di risparmio è quasi raddoppiato. I consumi sono scesi più nel Nord che nel Centro e nel Mezzogiorno. Nel complesso, la spesa per alimentari e per l’abitazione è rimasta invariata, mentre si sono ridotte molto quelle più colpite dalle misure restrittive sulle attività e dalle limitazioni agli spostamenti e alla socialità. L’incidenza della povertà assoluta, misurata sui consumi, è in forte crescita, soprattutto nel Nord”.
Fa da sfondo un nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia e un massimo di decessi dal secondo dopoguerra.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui