L’Italia riparte da Lisbona. Contro il Portogallo privo della sua stella, Cristiano Ronaldo, Roberto Mancini cerca la prima vittoria da ct in una partita ufficiale. Il pari con la Polonia non e’ stato l’avvio migliore nella Nations League che assegnerà quattro posti a Euro 2020, e il tecnico conta di ripartire dall’Italia del secondo tempo di Bologna (“Chiesa? sì, gioca”, risponde a domanda precisa). Per uomini e soprattutto approccio. Con Balotelli in condizioni fisiche precarie, facile cambiare davanti senza sottolineare l’ennesima battuta a vuoto del 9 azzurro. Al centro dell’attacco, piu’ che Belotti dovrebbe esserci spazio per Immobile, oggi al fianco di Mancini nella conferenza allo stadio Da Luz. Per il resto, la forma di Chiesa rende l’esterno viola imprescindibile nel ridisegnare una nazionale che, per dirla con Bonucci, non ha piu’ margini di errore. Per il resto, a parte Biraghi nel ruolo di terzino sinistro i cambi dovrebbero riguardare soprattutto il centrocampo, dove non dovrebbe esserci Gagliardini, anche se il ct non boccia l’interista: “è un ottimo giocatore, credo abbia delle qualità. Può migliorare e tornare a essere quello che era all’inizio all’Inter”.

In realtà il mantra di Mancini è sempre lo stesso: “ho detto che che hanno giocato pochi italiani e mi hanno attaccato per questo – dice -. Per me ci sono giocatori bravi e che meritano di giocare, abbiamo questa difficoltà e dobbiamo trovare una soluzione. Ho chiamato anche ragazzi che non hanno giocato in Under21 proprio per conoscerli”. Il tecnico difende anche Balotelli: “Uno può anche giocare male, quando entra in campo”. Certo l’Italia anti-polacchi non ha entusiasmato, ma il tecnico lavora convinto delle proprie idee e chiede solo tempo: “quella con la Polonia era la prima ufficiale, ce ne saranno ancora tantissime – sottolinea Mancini -. Troveremo la formula giusta, bisogna avere un po’ di pazienza, ma in Italia non esiste. Dobbiamo cercare di essere più propositivi, è possibile e stiamo cercando di farlo. Ci vorrà un po’ di tempo”. A Lisbona l’incognita potrebbe essere ambientale, visto che al ‘da Luz’, il tempio del Benfica, è prevista una notevole affluenza e questa è un’Italia giovane: “quando un ragazzo gioca per la prima volta può avere un po’ di paura – spiega il ct -. Domani (oggi, ndr) sarà pieno di tifosi, è anche abbastanza normale. Alle volte i giovani non pensano, sono spensierati, mi aspetto anche quello”. L’uomo da tenere d’occhio, visto che non c’è CR7, è uno che Mancini conosce bene: “Bruma l’ ho avuto al Galatasaray. Ci sono giocatori tecnici, non cambia di molto. Chiaramente con Bruma può essere più pericoloso in contropiede, ma non muta la filosofia della squadra”. Ed è bene sottolineare che gli azzurri tengono a questa Nations League: “vogliamo fare un ottimo girone e poi arrivare primi in classifica per andare agli Europei. Per la Nations League non vorremmo arrivare terzi, anche per il problema del sorteggio, l’obiettivo è di cercare di vincere”. Arrivando prima nel suo gruppo l’Italia diventerebbe anche paese organizzatore della Final Four di questa nuova competizione, visto che proprio Polonia e Portogallo sono gli altri paesi che si sono candidati. La crescita, o rinascita, di un movimento passa anche da questo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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