Riccione non è solo mare e sole, ma è molto di più. La perla verde della Romagna sta diventando, da qualche anno a questa parte, la città dello sport e del benessere. E questo connubio è stato reso ancora più forte grazie a “Riccione Traiding Center”, una settimana di sport targata Radio Deejay che, oltre a questo, ci farà come sempre compagnia durante l’estate, direttamente da viale Ceccarini. Tanto sport e buona musica e quando si parla di musica, si parla di Radio Deejay, ma anche e soprattutto dell’inossidabile Pasquale di Molfetta, in arte Linus (classe 1957) e del suo fedele scudiero Nicola Savino (classe 1967) che, a Riccione, sono ormai di casa. Perciò, abbiamo scambiato due parole con questi due mostri sacri della “Radio Made in Italy”.

Cominciamo da lei Savino, ci parli un po’ del suo rapporto con Linus, la radio e la Romagna…

“Il mio rapporto con Linus dura da venti anni, mentre quello con la radio ormai da trenta. Quello che mi lega a Linus è una profonda e intensa amicizia che continua ad andare avanti e a crescere nel tempo. Per quanto riguarda la Romagna, diciamo che ha fatto da sfondo a tutte le nostre avventure e scorribande, e molte di queste vengono raccontate anche in radio e quindi è un terreno sempre fertile per noi, che non smette mai di stupirci”.

Savino, cosa ci può dire di Riccione, cosa significa per lei?

“Beh, Riccione è Riccione. Un’ altra cosa che mi lega a Linus è senza dubbio questa città. Sono così tanti anni che io e lui veniamo qui che, addirittura, abbiamo attraversato molte fasi della nostra vita, proprio in questo posto. Siamo stati ragazzi, ci siamo fidanzati, sposati, abbiamo fatto dei figli e portiamo i nostri figli in vacanza qua, quindi per noi Riccione è tutto. Anche se, quando ero bambino, andavo in Versilia con i miei genitori e a quel tempo per me esisteva solo quel luogo. Ma una volta arrivato a Riccione ho dovuto ricredermi, perché qui ho visto davvero tanta organizzazione e una mentalità orientata sempre al futuro. Si può dire che mi sono convertito, definitivamente, a Riccione”.

Ora, passiamo a lei Linus, come descriverebbe il suo rapporto con Nicola?

“Abbiamo una certa differenza di età e quindi mi sono sempre considerato un fratello maggiore per lui. Lo conosco da una vita e da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, avremo litigato due volte, perciò da questo, si può capire quanto ci stimiamo e ci vogliamo bene. Lui avevamo cominciato nel 1989 come fonico, poi nel 1998 ho cominciato a coinvolgerlo nel programma in radio, in principio in maniera saltuaria e poi piano piano è diventata una presenza fissa. Con Nicola è nato un rapporto profondo che va oltre quello, puramente, professionale”.

A proposito di Radio, quanto è cambiata da quando ha iniziato lei?

“Devo dire che è sempre più difficile fare radio, perché le altre emittenti radiofoniche, quasi tutte, ti impediscono di farla”.

Cosa intende dire?

“Semplicemente che sta vincendo sempre di più un modello di fare radio freddo, spersonalizzato, asettico che fa passare la voglia a quelli che vorrebbero provare a fare questo mestiere. Molti speker di oggi si limitano a dirigere il traffico, senza metterci del loro in quello che fanno e questo non è la maniera giusta. Radio Dee Jay, invece, continua a percorrere un’ altra via, ovvero quella un po’ più ruspante in cui chi parla è libero di dire la sua e allo stesso tempo di prendersi la responsabilità di ciò che dice. La differenza sta tutta qua”.

Le giro la stessa domanda che ho fatto poco fa a Savino: cosa rappresenta Riccione per Linus?

“Ci sono arrivato per caso nel 1987 a Riccione e la cosa bella è che non ho più smesso di venirci, per tanti motivi, tra cui quello sentimentale. Dico spesso che mi sento a casa più qua che a Milano, anche se quella è, veramente, casa mia”.

Per quale motivo?

“Beh, perché Milano è una metropoli è sinceramente conosco poco anche le persone che abitano nel mio stesso palazzo, mentre a Riccione conosco e parlo un po’ tutti, perchè è una città a misura di uomo e ci si vive, davvero, bene”.

Musica, Divertimento, Estate e Riccione, continuano ad andare a braccetto, secondo lei?

“Sì, a cominciare dai mitici anni ’60, quando ancora io non esistevo come dj, già la musica e i locali erano all’ ordine del giorno. Poi, sono arrivati gli anni ’80 e ’90, le discoteche, la movida che nel tempo è cambiata, ma Riccione è sempre riuscita a stare al passo in maniera impeccabile. Con la radio, ogni anno, cerchiamo di alimentare questo fuoco sacro del divertimento, portando spettacoli ed eventi in Piazzale Roma e devo dire che abbiamo trovato sempre un riscontro positivo da parte del pubblico. Estate e Musica sono due elementi che non possono essere separati”.

Adesso, invece, è lo sport che attira il turismo a Riccione vero? E’ cambiata la musica quindi?

“Questo è un target che è nato in maniera spontanea, casuale, non c’era alcuna premeditazione. Come dicevo prima, Riccione è sempre riuscita a intercettare i cambiamenti e anche in questo caso non si è fatta trovare impreparata. Qui c’è tutto quello che serve per fare sport. Si può andare in bicicletta, correre sul lungomare, insomma si può praticare attività fisica in piena libertà ed è una cosa stupenda, soprattutto per uno come me che non riesce a stare fermo, nemmeno in vacanza. A Milano, invece, fare sport è complicato e diventa tutto molto pesante”.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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