L’Inter di Vecchi si è laureata ieri campione d’Italia del campionato di primavera, dopo aver vinto per 2-1 la finale contro la Fiorentina.
Una bellissima soddisfazione per questi ragazzi che almeno hanno fatto dimenticare, per un attimo la deludente stagione della prima squadra.
Giovani veramente forti come Andrea Pinamonti, che da solo vale più di tutto il costo del resto della giovane rosa, ma anche tanti altri giocatori della squadra che hanno le carte in regola per un roseo futuro davanti a loro.

Futuro appunto: una parola incerta che spaventa tutti.
Non le giovani stelle di un mondo ricco come quello del calcio, sia chiaro i problemi della vita sono ben altri.

Però c’è un dato che sicuramente dovrebbe far riflettere.
I giovani talenti in Italia quanto vengono valorizzati dalle grandi squadre? Possibile siano tutti brocchi? Tante squadre , anche tra le big dicono di puntare sui giovani.
Ma quanti provenienti dalla primavera della squadra, possono poi dire di giocare titolari nella squadra stessa?

Le big cedono i loro talenti giovanissimi per svezzarli, lasciarli crescere senza dare loro fiducia internamente.
Solo il portiere del Milan Donnarumma può dire di avere avuto questo destino. Il suo compagno di squadra Locatelli è stato provato un paio di volte e poi silurato.
E allora squadre come la Roma che aveva in mano Pellegrini, l’ha poi svenduto al Sassuolo e ora ne deve sborsare 10 per riprenderselo.
Come non citare l’Inter di 3 anni fa? I nerazzurri avevano in rosa la quasi totale difesa titolare dell’under 21 italiana, eliminata in finale di Europeo dalla Spagna non proprio un avversario scarso.
Eppure negli anni la società è intervenuta (male ) nel mercato acquistando giocatori come Nagatomo, Miranda, Juan Jesus, Murillo, Ansaldi che hanno certamente reso molto meno delle aspettative e dei soldi sborsati.

Nel resto d’Europa i giovani vengono coccolati e ben allenati per essere poi pronti ad esordire in prima squadra.
Come ha fatto Messi, proveniente direttamente dalla cantera del Barcellona e diventato la star mondiale, il secondo giocatore più forte al mondo che è oggi.
Vero non tutti hanno il suo genio e il suo talento, ma se poi i giovani non vengono allenati e testati nelle partite importanti, non saranno mai pronti, nemmeno 5 anni dopo che li si riacquista a giocare certi tipi di partita.

L’auspicio è che questi campionati primavera e i tanti talenti che vi giocano possano prima o poi incentivare le prime squadre ad investire e ad avere fiducia in questi giovani.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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