L’infezione da Sars-CoV-2 più lunga mai documentata è durata ben 505 giorni, ossia più di un anno e quattro mesi. Il paziente, immunodepresso, è infine deceduto. Il caso è stato esposto a Lisbona al congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive da esperti del King’s College London (antico ateneo pubblico) and Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust (fondazione connessa al sistema sanitario nazionale), insieme ad altri nove pazienti con quadro analogo. Lo studio ha inoltre attestato il primo caso di infezione occulta: un paziente, risultato più volte negativo, è stato poi trovato positivo a una variante non più circolante, a testimonianza del fatto che il virus era rimasto nascosto nell’organismo da lungo tempo.
Cinque dei nove pazienti sono sopravvissuti. Due di questi hanno superato Covid-19 da soli altri due dopo aver ricevuto anticorpi monoclonali e antivirali, l’ultimo ha ancora l’infezione da più di un anno (412 giorni), nonostante la terapia con anticorpi.
Gli esperti hanno periodicamente sequenziato il virus nei nove pazienti e verificato proprio l’emergenza nel tempo di mutazioni presenti in varianti note come alfa, delta e omicron, consolidando la teoria per cui le nuove varianti si formino proprio in pazienti con lunghissime infezioni da coronavirus.