Sono due i barconi affondati davanti alle coste libiche: lo riferisce il portavoce della Guardia costiera libica, Ayoub Gassim. Le due imbarcazioni, con circa 300 persone stimate a bordo, si sono capovolte nelle acque davanti a Khoms, circa 120 km a est della capitale Tripoli. Circa 137 migranti sono stati recuperati e riportati in Libia. “Stimiamo possano essere 150 i migranti affogati e morti”, conferma un portavoce dell’Unhcr, Charlie Yaxley. Al momento il bilancio è di oltre 100 vittime.

La Marina libica ha fatto sapere Msf: 70 corpi in acqua “I nostri team in Libia stanno assistendo 135 sopravvissuti del naufragio avvenuto oggi al largo di Homs, a est di Tripoli. Sono stati salvati da dei pescherecci e i testimoni oculari parlano di almeno 70 corpi in acqua”. E’ quanto si legge in un tweet di Medici Senza Frontiere. L’allarme dell’Unhcr: “Mortale naufragio al largo della Libia” “Tragiche notizie di un mortale naufragio al largo delle coste di Homs. Le prime notizie indicano che oltre 100 persone potrebbero aver perso la vita, mentre altre 140 sono state salvate e sbarcate, ricevendo assistenza medica e umanitaria da International Medical Corps (Imc), partner dell’Unhcr” aveva twittato in precedenza l’Unhcr. Ma è stato il portavoce Yaxley a fare una stima ancor più drammatica: “Uno dei sopravvissuti ha detto che i morti in mare potrebbero essere altri 150. Se le stime fossero confermate, si tratterebbe della peggior tragedia di quest’anno nel Mediterraneo centrale. Un promemoria, se necessario, che deve esserci un cambiamento nell’approccio alla situazione mediterranea. E’ urgente la necessità di salvare vite in mare”. Gli fa eco il capo di Unhcr Italia, Filippo Grandi. Grandi: “Il naufragio di oggi peggior tragedia dell’anno” “La peggior tragedia di quest’anno è appena successa” ha scritto su Twitter il capo dell’Unhcr, Filippo Grandi. “Ripristinare il salvataggio in mare, porre fine alla detenzione di rifugiati e migranti in Libia, aumentare i percorsi sicuri fuori dalla Libia deve avvenire ORA, prima che sia troppo tardi per molte persone più disperate.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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