Prima della partita contro il Pontedera, arriva l’appello del presidente Lewis dove assimila la tifoseria ad una medicina in grado di curare i mali del Cesena di inizio stagione. Visto il gioco fin qui espresso dalla squadra bianconera allenata da Toscano, senza una degna ripartenza, la costruzione di una azione che possa partire dai piedi del portiere (forse non c’è), ci vuole non solo la sempre magnifica curva Mare, ma una “supposta” al svegliamoci che ora.
Scrivo questo in previsione di ciò che hanno dichiarato ad inizio stagione i due americani, l’allenatore (che non è il più forte di questa categoria), il direttore sportivo Massimo Agostini: “Abbiamo speso tutto per avere una rosa da vertice“.
Effettivamente sulla cartina tornasole il Cesena Fc, pare un gruppo costruito per vincere come un gladiatore; eppure il calcio insegna che non è sempre equivalente quanto investi con ciò che poi devi concretizzare in campo.
Oggi pomeriggio arriva un’altra formazione toscana (non sarà la Carrarese) che ha raggranellato un punto in meno dei padroni di casa, dunque a quanto pare, dando un’occhiatina alla classifica si evince che il risultato è tutto aperto.
Il mister del cavalluccio dovrà fare a meno di sei titolari a partire da Minelli; non è cosa di poco conto partendo anche dalla base numerica che la difesa bianconera è tra quelle che subisce di più e spesso cade in letargo nella maniera sistematica.
Occorrere un Cesena completamente diverso, con vere motivazioni per dimenticare la vergogna inaudita di Fermo. Altrimenti si aprirà una crisi già irreversibile, dove nemmeno il presidente ha il diritto di pensare “emarginiamo coloro che fomentano negatività e ci vogliono dividere“.
Sono quasi venti di “guerra“, ma voglio ricordare come accade dal 1940, che lo stesso Ezio Manuzzi, Dino Manuzzi, Orienzo Buratti, Edmeo Lugaresi, quando il Cesena non aveva gioco, alla sera si faceva digiuno e mai nessun dentro le stanze dei bottoni, se il risultato non arrivava, nascondeva la propria amarezza riversandola su di un capro espiratorio, capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della tifoseria o di cosa il terreno di gioco offre. Quanto mi manca quell’A.C. Cesena Spa
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega