Durante “l’inverno del gas” (ottobre-marzo), si possono ottenere grandi risparmi utilizzando fonti di calore alternative per il riscaldamento e attraverso “campagne di risparmio di gas mirate alle famiglie per l’abbassamento del termostato di un grado, ma anche imponendo, laddove tecnicamente fattibile e applicabile, la riduzione del riscaldamento di edifici pubblici, uffici, edifici commerciali (in particolare grandi edifici) a 19 gradi“. È quanto prevede la bozza iniziale del piano denominato “Risparmiare gas per un inverno sicuro” che sarà presentata dalla commissione il 20 luglio.

Nelle circostanze attuali, attraverso interventi normativi mirati e incentivi a partire dall’estate, combinati con il potenziale di risparmio derivante dall’attuazione del Piano di risparmio energetico, è possibile ridurre il costo di un’eventuale forte carenza in inverno. Ciò consentirebbe inoltre di distribuire la riduzione nel tempo, di contribuire al trasporto di una maggiore quantità di gas da ovest a est, di riempire meglio gli stoccaggi e di inviare segnali ai consumatori che hanno la possibilità di effettuare lo switch a costi inferiori“, si legge nella bozza cosiddetta di entrata del piano che la Commissione presenterà la settimana prossima.

La riduzione della domanda “può essere ulteriormente raggiunta implementando le misure di risparmio di gas in tutti i settori e utilizzando i criteri di priorità ‘intelligenti‘. Questa è l’essenza del Piano europeo di riduzione della domanda di gas per preparare l’Europa ad affrontare tutti gli scenari del prossimo inverno. Il Piano stabilisce i principi e i criteri per una riduzione coordinata della domanda, volta in particolare a proteggere non solo le famiglie e le utenze essenziali come gli ospedali, ma anche le industrie, che sono decisive per le catene di approvvigionamento dell’Ue, la competitività e la fornitura di prodotti e servizi essenziali per l’economia.

Si basa sui piani di emergenza nazionali esistenti e sulle migliori pratiche”, si legge nella bozza, secondo la quale “la gestione della domanda dovrebbe essere rivolta in via prioritaria ai settori con migliori possibilità di sostituzione e che offrono maggiori possibilità di ripartire l’onere in tutta l’economia, proteggendo al contempo il Pil e l’occupazione. Si ridurrebbero i rischi di strozzature a valle e di pressioni inflazionistiche e si favorirebbe la copertura di rischi imprevisti (ad esempio, un inverno rigido)”.

Il coinvolgimento degli Stati membri

Nella bozza d’entrata – che è all’esame della interservizi ed è soggetta a modifiche, la Commissione europea chiederà agli Stati membri di ridurre il consumo di gas, agendo anche sui termostati di riscaldamento e condizionamento, ma soprattutto risarcendo le industrie a cui verrà chiesto il taglio, attraverso l’uso dei fondi del Repower e del Next generation Ue. L’obiettivo è attutire di almeno un terzo l’impatto che l’interruzione totale del gas russo potrebbe avere sull’economia europea. Tra le indicazioni vi saranno anche quella di limitare il riscaldamento a 19 gradi e l’aria condizionata a 25. Inoltre le centrali elettriche a carbone otterranno una deroga per quanto riguarda gli obiettivi di emissioni. L’obiettivo è comunque di passare quanto prima alle energie rinnovabili ma sarà possibile prorogare l’attività delle centrali nucleari.

L’industria si sta già adattando ai prezzi elevati dell’energia. I prezzi elevati del gas hanno ridotto la domanda di gas nell’Ue del 5% rispetto agli anni precedenti. Questa tendenza continuerà nella nuova normalità dei prezzi elevati del gas naturale. Nel settore industriale, la prossima risposta potrebbe concentrarsi su misure basate sul mercato per incentivare la riduzione della domanda e limitare i danni alla società e all’economia“.

Il gas è utilizzato come materia prima e fonte di energia da industrie il cui potenziale tecnico e i costi per cambiare combustibile o ridurre i consumi variano drasticamente da un settore all’altro. Gli strumenti di mercato sono un modo efficace per ottenere le opzioni di riduzione più favorevoli. La Commissione sostiene con forza le migliori pratiche, come l’idea di aste o gare d’appalto per incentivare la riduzione del consumo da parte dei consumatori industriali, consentendo alle industrie di offrire una riduzione del consumo di gas in cambio di una compensazione. Queste aste o gare potrebbero essere organizzate a livello transfrontaliero per massimizzare le possibilità dei grandi clienti transfrontalieri che operano in più Stati membri e per gli Stati membri con minori risorse fiscali“, prosegue ancora il testo iniziale della comunicazione che il 20 luglio prossimo la Commissione presenterà.

Senza gas russo a luglio scorte al 65-71%

Le simulazioni effettuate dall’Entsog (Associazione europea degli operatori del gas)indicano che la carenza di gas in caso di interruzione totale dalla Russia a partire da luglio porterebbe a un tasso di riempimento degli stock probabilmente inferiore all’obiettivodell’80% stabilito per novembre dal nuovo regolamento Ue sugli stoccaggi, nonostante i buoni progressi compiuti finora. Le simulazioni suggeriscono che lo stoccaggio potrebbe essere al65-71%“.

Istituire un gruppo di contatto per monitoraggio e scambio dati

La situazione richiede un forte meccanismo di coordinamento per consentire alla Commissione e agli Stati membri di rafforzare ulteriormente la loro cooperazione per affrontare i diversi aspetti della crisi, man mano che si sviluppa. A tal fine, la Commissione propone di utilizzare la piattaforma energetica istituita nell’ambito di REPower EU” e “un consolidato gruppo di riunione a livello di direttori generali dell’energia, copresieduto dalla presidenza di turno e dalla Commissione e che fa riferimento alle strutture dell’Ue“.

È quanto si legge nella bozza inziale del piano di emergenza del gas che l’esecutivo europeo presenterà il 20luglio. Secondo la bozza, il gruppo di contatto “consentirà di monitorare l’impatto della riduzione della domanda sui settori critici e sulle catene di valore in tutta l’Ue e di consentire il necessario scambio di informazioni“.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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