Ci avviciniamo al termine di questo lungo e doloroso percorso tracciato da tanti, troppi, eventi luttuosi, iniziato il 28 aprile 1963 e terminato 52 anni dopo. Siamo nel 2007 annus horribilis.

L’11 novembre Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso della Lazio, viene ucciso da un proiettile esploso da un agente della polizia stradale nell’area di servizio di Badia al Pino, vicino ad Arezzo, sull’autostrada A1. Il poliziotto, Luigi Spaccarotella, spara dall’altra parte della carreggiata per sedare un accenno di rissa tra supporter laziali e juventini. Come effetto immediato scoppia la guerriglia in tutta Italia.

Inter-Lazio viene sospesa e i tifosi delle due squadre prendono d’assalto un commissariato a Milano. Atalanta-Milan viene interrotta per incidenti, in tutti gli stadi gli insulti alla polizia si sprecano. In serata gli ultrà di Roma e Lazio attaccano i commissariati della capitale, la sede del CONI e l’Olimpico. In fiamme autobus e cassonetti. Una ventina gli agenti feriti. Nel 2012 la Cassazione conferma la condanna a Spaccarotella a 9 anni e 4 mesi.

Su un’altra autostrada, la Torino-Piacenza, il 30 marzo 2008 muore invece Matteo Bagnaresi, 28 anni, tifoso del Parma. Viene investito da un pullman di juventini nell’area di servizio Crocetta, vicino ad Asti. Temendo uno scontro tra le due tifoserie, l’autista riparte subito non accorgendosi della vittima: viene assolto dall’accusa di omicidio colposo. Juventus-Parma viene rinviata in segno di lutto. L’ultima follia in ordine di tempo è datata 3 maggio 2014.

Ciro Esposito, 31enne tifoso del Napoli, viene gravemente ferito da un colpo di pistola negli incidenti scoppiati prima della finale di Coppa Italia all’Olimpico tra i partenopei e la Fiorentina. Morirà al policlinico Gemelli di Roma più di 50 giorni dopo. Per l’omicidio viene rinviato a giudizio Daniele De Santis, 48 anni, ex ultrà della Roma, già noto alle forze dell’ordine per il “famoso” derby sospeso a causa della voce infondata sul bambino morto. Fatti sui quali riflettere, considerato che non si può e non si deve morire per una partita di calcio.

Osservando i Daspo emessi nel triennio 2011/2014 ai primi quattro posti troviamo le province di Napoli (196), Milano (116), Salerno (113) e Roma (103). Note dolenti anche per i dati relativi all’affluenza negli stadi. La media spettatori a partita è di 23.011. Lontanissimi dalla Germania con 43.499, ci precedono anche Inghilterra e Spagna. La Francia, così come la Spagna con il 68% e l’Inghilterra con il 92% ci supera per quanto riguarda la percentuale di riempimento degli stadi.

I nostri campi sportivi – per gran parte vecchi e obsoleti – si fermano al 56%. Schiacciante la supremazia nella Premier League per il numero di spettatori: quasi 14 milioni rispetto agli 8.744.000 della serie A.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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