MARIO DRAGHI

La strategia della tensione in Italia è una “teoria politica” che ha evidenziato un periodo storico molto tormentato. In particolare gli anni settanta, sono conosciuti come gli anni di piombo che, mediante un disegno eversivo, tendevano alla destabilizzazione degli equilibri democratici. 150 morti, 652 feriti, undici stragi. Per quindici anni, dal 1969 al 1984, l’Italia è stata un paese insanguinata dalla logica del terrore. Da oltre cinquant’anni cittadini e parenti delle vittime di stragi aspettano ancora risposte, verità vere e documenti senza omissis. Il Presidente del Consiglio in questi giorni ha preso l’impegno formale di fornire risposte esaurienti. L’ha promesso ai familiari delle vittime delle stragi, stanchi di inseguire lo Stato che occulta o rinvia.

Mario Draghi ha recentemente incontrato a Roma i vertici delle Associazioni per annunciare loro che la guida del “Comitato consultivo per la desecretazione” – nato per rendere trasparente il confronto tra le istituzioni interessate, i familiari delle vittime e la società civile – passerà a Palazzo Chigi. In tal senso sarà il Segretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri a coordinare il Comitato e non più il direttore dell’Archivio di Stato. Al tavolo con il Premier erano presenti i Presidenti delle Associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di Piazza della Loggia, della Stazione di Bologna, di Ustica, di Piazza Fontana.

Ora spetta al sovrintendente dell’Archivio di Stato attuare correttamente le due direttive del Governo. Quella di Matteo Renzi, sulle carte delle stragi che insanguinarono l’Italia tra il 1969 e il 1984, e quella firmata da Mario Draghi che estende la desecretazione anche ai misteri di Gladio, l’organizzazione paramilitare controllata dalla Cia, e alla loggia massonica P2. Il Comitato consultivo, di cui sono membri i rappresentanti di tutte le Associazioni, vigila sull’attività di declassificazione delle amministrazioni e sul progetto di digitalizzazione dei documenti declassificati versati all’Archivio centrale di Stato.

A tal proposito il Presidente del Consiglio si vuole concentrare sul funzionamento del Comitato. Così come ha ammesso che in passato qualche cosa non ha funzionato, visto che troppi documenti sono stati emendati o oscurati. Ha promesso, inoltre, che le cose cambieranno e saranno evitate le solite lungaggini burocratiche. Ci sono stati uomini al servizio dello Stato che hanno manomesso e coperto – ha confermato Draghi – ma ci sono anche tanti altri uomini perbene che lavorano con serietà. Il Premier ha assicurato “il massimo impegno personale” iniziando dalle “procedure rese molto più celeri” e senza ostacoli. Intende dare “immediata attuazione alle direttive”, in nome “della chiarezza e della giustizia” nella ricostruzione di vicende che videro l’Italia nel buco più nero della storia. Sarebbe una svolta storica. Se i servizi segreti volessero, sulle stragi potremmo avere risposte chiare. Considerato tutto, sono segreti all’italiana, perché negli anni si è riusciti a ricostruire tutto o quasi; tranne sapere qual era l’esatto disegno di chi metteva le bombe sui treni, nelle banche, sugli aerei, nelle piazze e alle stazioni?

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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