Il Campionato è finito da un po’, le Coppe europee hanno emesso i loro verdetti e mentre aspettiamo la Nazionale e che il rebus panchine metta tutte le pedine ai propri posti, proviamo a dare i voti alle formazioni che hanno disputato il Torneo 2018/19:

Juventus – 6,5 – Troppo basso? può essere, ma che voto merita una squadra reduce da sette Scudetti e quattro Coppe Italia consecutive, che compera Ronaldo (con un esborso complessivo di circa 400 milioni) solo per vincere la Champions ed invece del triplete avrà sulla maglietta lo Scudetto e nulla più?

Napoli – 7- – Se la Juve non raccogliesse tre punti negli ultimi cinque turni finirebbe a -20 dai bianconeri, dopo essere uscito (con sfortuna) dalla Champions e non troppo bene da Coppa Italia ed Uefa; con Ancelotti il gioco non è brillante come con Sarri, insigne entra in rotta di collisione con i tifosi ed il resto della compagnia fa due passi indietro rispetto al passato; occorre qualche cambiamento ma scommetterei che la prossima stagione l “mite” Carletto farà molto meglio.

Atalanta – 11 – esagerato? Se avessi dovuto dare il voto che penso davvero le avrei dato 15, altro ché. Le scippano la Coppa Italia (avrei voluto sentire Lotito al posto di Percassi, altro che dietrologia!!!) ma Gasperini ed i suoi non fanno una piega e se è vero che finiscono a -21 dalla Juve, è altrettanto vero che sono gli unici di casa nostra che ai bianconeri rifilano un 3-0 senza se e senza ma, alla faccia delle tante cessioni e di avere in formazione giocatori che altrove vedresti i tifosi scendere in piazza e fare il finimondo che non li vogliono.

Inter – 5 – tante chiacchiere, troppe, e troppi mal di pancia, a partire da quello del “signor nara”, che sarebbe ora di mandare a giocare in un altro cortile, insieme a qualche compagno bravo solo a quando deve firmare un contratto a troppi zeri; Spalletti non mi piace, ma quello nerazzurro è un ambientino dove anche Gesù Cristo troverebbe duro fare i miracoli.

Milan – 5 – sono convinto che senza Gattuso non sarebbe arrivato neppure in zona Uefa; troppe fanfare e troppo incenso, che sembra il Cavaliere sia ancora al timone, ma fanfare e leccapiedi non portano punti e meno ancora ne hanno portati i “modelli” Leonardo e Maldini, forse più adatti alle sfilate di moda che a guidare una squadra con tante falle. Neppure le ultime avversarie al miele mandano il Diavolo in Champions e adesso c’è pure, ancora, l’UEFA da fronteggiare.

Roma – 4 – in un nido di vipere correreste un minor rischio di essere morsi! Che ambientino quello giallorosso ed alla fine sarà Uefa League solo grazie a qualche aiutino di fischietti piuttosto compiacenti ed a quel galantuomo di Ranieri, altro che scudetto. La Roma è da rifare, ma i soldi non si stampano e il neo DS Petrachi deve ancora trovare un allenatore che non gli dia il due di picche, oltre al fatto che diversi giocatori hanno già detto che se ne andranno.

Torino – 7,5 – poteva andare meglio, ma insieme a qualche giro a vuoto, bisogna metterci una sequela di errori arbitrali che valutarli in un totale di 5/6 (per difetto) punti manderebbe il Toro in Champions. La squadra ha acquisito poco alla volta consapevolezza e forza, seguendo i dettami di un Mazzarri (che gli altri allenatori entrano in campo ogni tre secondi e lui lo mandano fuori se solo alza una mano) bravo a creare e compattare un gruppo che con due/tre innesti potrà solo migliorare.

Lazio – 5,5 – Le regalano la Coppa Italia, perché mica può stare fuori dall’Europa una delle romane, ma in campionato fa tredici punti meno della precedente stagione ed anche in Europa non è che vada meglio, ma si sa, giocare di giovedì è un problema (almeno da noi) e quindi strepiti per andarci ma poi non vedi l’ora di uscirne. Brutta copia della formazione precedente anche se gli interpreti erano gli stessi.

Sampdoria – 6 – i soliti blucerchiati, da otto nel girone d’andata e da quattro nel ritorno, come da Giampaolo regola, e fortuna che Quagliarella più invecchia e più segna, parchè altrimenti chissà dove troveremmo i Ferrero boys. Tanto per cambiare vado controcorrente, ma a me l’allenatore di Bellinzona non pare tutto sto fenomeno e, come detto, non è la prima volta che la sua squadra ha un nettissimo calo cammin facendo, ma capisco poco e quindi ….

Bologna – 6 – ovvero l’equilibrio tra il 4 dell’era Inzaghi e l’8 di quella di Mihajlovic, dove è successo quello che nel calcio tutti negano ma è più chiaro del sole: liberatisi di un allenatore che non volevano, e con qualche innesto di maggior qualità, i rossoblù sono usciti dalle sabbie mobili della zona retrocessione. Oddio, non è che sei punti più di chi è retrocesso siano roba da spellarsi le mani o darsi chissà quali arie, ma va sempre ricordato da dove si è ripartiti.

Sassuolo – 6,5 – Non fa cose eccelse, ma se la gioca e De Zerbi può essere soddisfatto, sempre ricordando che non basta avere un patron danaroso per andare più in là di una stagione decorosa e di una salvezza mai in discussione. Per andare oltre bisognerebbe che qualcuno facesse l’invocato salto di qualità, ma probabilmente bisognerebbe anche rivedere certi giudizi e volare più bassi (specie noi giornalisti) prima di proclamare campioni giocatori che sono bravi …. e basta.

Udinese – 5 – ma davvero non si poteva confermare Tudor sin dall’inizio invece di andare a cercare nomi esotici ed un Nicola durato tre partite? Se questa è la società che deve essere presa a modello, forse bisogna rivedere alcune, anzi tante, cose. Alla fine i friulani si salvano perché trovano bene o male chi è peggio, ma sarebbe meglio smettere di tirare la corda, che prima o poi si spezza.

Spal – 7,5 – Stagione orgogliosa degli spallini, che partono con i pronostici contro ma fanno una stagione di valore. Petagna segna come non mai, il gruppo è compatto e Semplici è bravo, ed in più la dirigenza non si lascia prendere dalla fregola del cambiamento nei momenti in cui le cose non girano al meglio, anzi fanno quadrato ed ottengono la seconda salvezza consecutiva migliorando la classifica, e mica è poco.

Parma – 7 – arriva da due promozioni consecutive e parte a razzo, andando a vincere in casa di Inter e Toro; poi pian piano si affloscia, ma passare dalla C alla A non è uno scherzo. D’Aversa riesce a far quadrare i conti anche in mezzo a tanti infortuni, segno che le idee ci sono, ma probabilmente qualcosa nella preparazione va rivista, perché si possa continuare e magari migliorare l’anno prossimo.

Cagliari – 6,5 – mezzo voto in meno per gli alti e bassi e per i troppi cartellini ricevuti, frutto di un gioco in cui spesso la grinta è andata al di là del lecito. Maran ha comunque saputo portare in porto la solita stagione, mettendo anche in mostra alcuni giocatori che potranno essere linfa vitale per le casse isolane.

Fiorentina – 3 – finito l’effetto Astori, i viola sono franati malamente dopo aver illuso fino a gennaio la tifoseria, ottenendo anche risultati eclatanti, ma troppo fini a se stessi. La cacciata di Pioli è poi stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, con la chiamata di un Montella già reduce da due esperienze negative, che nulla ha dato alla causa viola, portando anzi la formazione sull’orlo di una retrocessione inimmaginabile solo ad inizio 2019.

Genoa – 3 – anche quella rossoblù è stata una stagione da brivido, che solo il biscottone finale di Firenze ha salvato da una retrocessione che certo sarebbe stata clamorosa ma anche ben più meritata di quella di Empoli e persino Frosinone. preziosi è nuovamente riuscito a cambiare tre allenatori, rispolverando Juric (senza senso) ed un Prandelli che nulla hanno dato alla causa del grifone. 

Empoli – 7 – ha lottato fino alla fine e non avrebbe meritato la retrocessione, anche se il sostituire Andreazzoli con Iachini è stata una mossa giusta solo per due/tre partite. una calma maggiore nelle decisioni avrebbe forse portato alla salvezza, perché la squadra aveva un gioco pur se, alla fine, la seconda peggior difesa del torneo, ha di fatto azzerato la prolificità dell’attacco azzurro.

Frosinone – 5 – il retrocedere due stagioni fa, non è servito da lezione alla dirigenza ciociara, perché gli errori sono stati gli stessi ed in Serie A, se ci si vuol salvare, non basta la buona volontà. Sostituire Longo con Baroni ha portato una maggiore esperienza in panchina, ma sarebbe servito ben altro per non dover nuovamente dire addio troppo in fretta alla A.

Chievo – -3 – ovvero il “regalo” fatto ai veneti dopo le accuse di plus valenze che, chissà perchè, al Cesena sarebbero valse un -15 se non fosse fallito, ed i clivensi erano pure recidivi! Squadra troppo debole quella affidata in primis a D’Anna, innalzato ad eroe ma solo per delegittimare il lavoro di Maran, passata per l’inutile gestione Ventura (ma perché non lasciarlo a casa a prendere il sole?) e che certo Di Carlo non poteva miracolare, perché cosa poteva uno che non ha neppure il vestito da mago Zurlì?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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