Che la politica sia anche compromesso non è un mistero, anzi, così come tra le varie sfaccettature non mancano contraddizioni anche marcate sul medesimo argomento, a seconda di qual è la necessità del momento, di cosa faccia “comodo”, magari puntando i riflettori su di un aspetto e viaggiando, per così dire, “a fari spenti” su di un altro aspetto.

La premessa è naturalmente sempre la stessa, che non è mai una questione di colore politico, perché nel nostro caso abbiamo la regione Piemonte governata dal Centro-destra, con il Governo giallo-rosso, ma potremmo citare altri episodi di quando la Regione era governata dal Centro-sinistra ed al Governo c’era la parte opposta.
Tema della questione i “MIGRANTI”, nuovamente al centro dell’attenzione, visto che in questa fase del Covid si sono reiterati gli sbarchi e sono di conseguenza ripresi gli spostamenti, a scaglioni, dalla Sicilia soprattutto, verso altre Regioni, tra cui proprio il Piemonte; dove sono arrivate circa 150 persone, una ventina delle quali è risultata positiva (e per la maggior parte asintomatica) al Covid-19, e quindi posta in quarantena.

Il Presidente regionale Cirio, ha quindi tuonato al Ministro Lamorgese, che il Piemonte è ormai al limite delle proprie possibilità e che non dovranno esserci altri invii pena una dura risposta, in termini di assunzione di provvedimenti; ben si sa infatti come la migrazione sia spesso non dettata da fattori di necessità, ma porti con se malattie e delinquenza, sollevando non pochi problemi gestionali e, soprattutto, lamentele che potrebbero tradursi in perdita di voti!

Non è in questione la legittimità dell’azione di Cirio, gli sbarchi clandestini, anche se non perpetrati attraverso le attività delle varie ONG, hanno ormai raggiunto livelli allarmistici, anche a causa del cambiamento e dell’aumento dei Paesi da cui si fugge, con la Tunisia che mai era stata oggetto di questi esodi ed oggi invece ne fa la parte del leone.

Dov’è dunque, direte, la contraddizione del titolo? Beh, contemporaneamente alle parole di Cirio, la Regione ha chiamato a raccolta i Consoli di una ventina di Paesi, tra est Europa ed Africa, perché è in pieno atto la stagione agricola e tra poco inizierà quella della raccolta dei prodotti, come le mele nel saluzzese e l’importantissima vendemmia delle preziose uve piemontesi…

E qui è il nocciolo dell’altro aspetto della questione, perché senza l’apporto dei lavoratori stranieri …. saranno cavoli amari! Così come ci sono non poche difficoltà per quanto riguarda le badanti, un altro di quei lavori spesso essenziali e delicati, ma ancor più spesso trascurati, per non dire schifati, dai nostri connazionali.

Braccianti agricoli e badanti, africani/e, rumeni/e, moldavi/e, ukraini/e, e chi vi pare, sono anelati come manna, perché è pur vero che in tempi di crisi anche qualche italiano/a ha riscoperto tali mansioni, tanto che si è richiesto al Governo di poter svolgere tali compiti anche da parte di lavoratori finiti magari in cassa integrazione, o di percettori il reddito di cittadinanza (anche se c’è da scommettere saranno rari come i leoni bianchi), ma sono comunque gli stranieri, spesso migranti, a rappresentare il grosso di chi viene occupato stagionalmente nelle campagne o più o meno stabilmente quando si parla di assistenza ad anziani e/o ammalati.

Un’altra richiesta rivolta al Governo è quella di accelerare i tempi relativi a tamponi e controlli anti Covid, specie per quelle persone che già sono occupate in Italia e rientrano dai propri Paesi, molti dei quali, la Romania su tutti, hanno praticamente le frontiere sbarrate a causa della recrudescenza di focolai di pandemia.
Quindi si può parlare di contraddizione? Tenendo anche conto che le proteste sono finite su tv e giornali nazionali e non, con grandi titoli e suscitando le solite polemiche di schieramento e “tifo” (perché ormai in politica si tifa di più e purtroppo ben peggio che alla stadio…); diversa invece la diffusione delle “necessità” sempre con al centro i MIGRANTI, rimaste confinate nei quotidiani locali, magari non in prima pagina, o al massimo sfiorate nei TG, televisivi e radiofonici, regionali, quelli fruibili entro i confini regionali appunto.

Tutto ciò ribadendo ed ancora sottolineando che la questione non è riconducibile a colori politici, che si comportano tutti allo stesso modo al governo o all’opposizione che siano, ma all’attuare comportamenti ben diversi, anche opposti, a seconda di cosa fa comodo sottolineare e far risaltare o magari invece …. mettere sotto il tappeto…

I MIGRANTI, poveretti, trattati come reietti, appestati da scacciare o far girare per tutto il Mediterraneo (sperando nel mare grosso? Che siano le onde a trovare una soluzione di comodo?) o, se va bene (a noi), sfruttati per quei lavori diventati troppo faticosi per le nostre schiene così delicate, sottopagati, alla mercè di sfruttatori e caporali, insomma buoni per fare gli asini da soma; da tenere lontani o da sfruttare a proprio comodo, non è una contraddizione questa? Perché parliamo sempre di migranti, di persone, che siano da lasciare in mare, nei campi-lager libici, o da mandare nei nostri campi a raccogliere mele ed uva che, quelle si, delizino i nostri palati, senza badare troppo da quali mani provengono.
Politica di contraddizioni? Mah, chissà, forse, però … a patto che non sia opera di chi votiamo…

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Fotolia

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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