Le balene sono i maggiori filtratori di acqua e quindi sentinelle stato salute mare” lo ha detto Maria Cristina Fossi, professoressa ordinaria presso l’Università degli studi di Siena che è intervenuta oggi, lunedì 22 maggio, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, a Roma, la presentazione del National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, uno dei cinque centri nazionali istituiti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

La ricercatrice, attraverso lo studio delle balene nel mediterraneo, ha denunciato il pericolo della diffusione delle microplastiche in ambiente marino. Le microplastiche sono piccoli composti, inferiori a 5 millimetri, che pervadono i nostri mari. ”I risultati della ricerca svolta sulle balenottere evidenziano che la diffusione delle microplastiche nell’ area mediterranea è simile a quella dei vortici oceanici”.

”Le biopsie condotte sulle balenottere mediterranee – ha continuato Fossi – suggeriscono che questi cetacei, grandi filtratori, ingeriscono circa 10 milioni microplastiche a settimana”. La studiosa ha poi sottolineato gli alti livelli di tossicità presenti nelle acque mediterranee”. Confrontando le balene del mediterraneo a quelle di altre aree, ad esempio il Messico, sono stati rilevati più di 1000 composti tossici nelle nostre balene rispetto a quelle messicane”. “Per la prima volta – ha avvertito Fossi – è stata rinvenuta la presenza di nicotina e farmaci, come paracetamolo; questo é un segnale di forte allarme”. ” il nostro obiettivo é quello di stabilire gli effetti biodiversità usando le balene come strumento diagnostico e sviluppare strumenti per la tutela della biodiversità” ha concluso Fossi.

A cura di Claudio Piselli – Foto Imagoeconomica

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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