La Russia manterrà i suoi impegni sull’export dei prodotti agricoli, a prescindere dalla revoca o meno delle restrizioni applicate a Mosca.

Lo ha detto il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov in colloqui al Cairo, stando alle agenzie russe.

“Non abbiamo pregiudizi riguardo ad una ripresa di colloqui con Kiev su un ampio spettro di temi che vadano oltre il grano, dipende dagli ucraini”. La marina russa e quella turca garantiranno la sicurezza delle navi col grano nel Mar Nero sottolinea Lavrov.

Il ministro russo degli Esteri Serghei Lavrov è stato ricevuto oggi al Cairo dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova, ha pubblicato su Telegram immagini dell’incontro fra i due. Lo scrive la Tass, che dà anche conto dell’incontro successivo fra Lavrov e il suo omologo egiziano Sameh Shoukry, tenutosi in un formato esteso anche alle delegazioni. Dall’Egitto per il capo della diplomazia russa parte un tour africano, fino al 28 luglio, che lo vedrà anche in Uganda, Etiopia e Repubblica del Congo.

Da Lavrov è arrivato anche l’ennesimo affondo contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Mosca aiuterà il popolo ucraino a sbarazzarsi del regime antipopolare e antistorico di Kiev”, ha detto. “Siamo solidali con il popolo ucraino, che merita una vita migliore. Ci dispiace che la storia ucraina venga rovinata sotto i nostri occhi e ci dispiace per coloro che hanno ceduto alla propaganda di stato del regime di Kiev e per coloro che sostengono questo regime, che vuole che l’Ucraina sia l’eterno nemico della Russia”, ha precisato Lavrov . “I popoli russo e ucraino continueranno a vivere insieme. Aiuteremo il popolo ucraino a sbarazzarsi del regime assolutamente antipopolare e antistorico”, ha promesso il capo della diplomazia di Mosca.

L’Occidente deve rimuovere gli ostacoli che ha posto alle esportazioni di cibo e fertilizzanti russi, se vuole risolvere la crisi alimentare, ha anche detto Lavrov al termine dei colloqui con il suo omologo egiziano. “Per quanto riguarda il cibo, i nostri colleghi occidentali sono molto preoccupati per questa situazione. Devono rimuovere gli ostacoli che si sono creati da soli”, ha spiegato Lavrov sottolineando che, anche se non sono state imposte sanzioni contro generi alimentari e fertilizzanti russi, “sono state imposte sanzioni contro le aziende che assicurano le forniture alimentari, contro le aziende che assicurano i pagamenti per il cibo”.

Sempre Lavrov ha spiegato che sarà una terza parte a garantire la sicurezza delle navi che trasportano il grano ucraino insieme alla Russia e alla Turchia. “Siamo riusciti a raggiungere un accordo a Istanbul: l’Ucraina sminerà i porti e lascerà che le navi prendano il mare, mentre Russia, Turchia e un’altra parte, che sarà determinata in seguito, scorteranno le navi verso il Bosforo“, ha doichiarato il ministro russo.

Kiev intanto assicura che “continueranno i preparativi tecnici per l’avvio delle esportazioni di prodotti agricoli dai nostri porti” nonostante gli attacchi. A dirlo su Facebook è il ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov, che venerdì ha firmato gli accordi a Istanbul per lo sblocco del grano dai porti ucraini.

Nel raid russo di ieri sul porto di Odessa “sono stati distrutti una nave da guerra ucraina e un deposito di missili Harpoon forniti dagli Stati Uniti a Kiev”. Lo ha precisato il ministero della Difesa di Mosca che ammette l’attacco. Secondo il portavoce, i missili a lungo raggio hanno colpito “un cantiere navale” nel porto e le capacità di produzione dell’impianto di riparazione e ammodernamento delle navi della Marina ucraina sarebbero state messe fuori servizio.

Stamani, in risposta a una dichiarazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky secondo cui l’attacco ha distrutto la possibilità di un dialogo o di un’intesa con Mosca, fonti della diplomazia russa avevano già fatto sapere che l’obiettivo dell’attacco sul porto erano state “infrastrutture militari”. Ieri la Russia aveva negato, tramite il governo turco, di aver compiuto un attacco sul porto, che è cruciale per l’intesa sull’export di grano ucraino siglata appena due giorni fa a Istanbul.

Oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si dice convinto che la guerra non ha spezzato e non spezzerà l’Ucraina. Lo scrive in un post pubblicato su Facebook, scrive Ukrinform. “Cinque mesi. Dopo otto anni. La guerra non ha spezzato e non spezzerà l’Ucraina. Non ha fermato la vita nel nostro Paese e non lo farà. E di sicuro non ci renderà ostaggi dell’orrore che gli invasori hanno portato nel nostro Paese. Resisteremo. Proteggeremo ciò che è nostro. Vinceremo!”, ha scritto Zelensky pubblicando anche foto di militari e civili ucraini.

Forti esplosioni sono state udite nella notte a Melitopol e nei suoi pressi. Lo ha affermato il sindaco della città ucraina, Ivan Fedorov, in un post su Telegram, riferisce Ukrinform. Secondo le indicazioni di Fedorov, le esplosioni sono state udite presso l’aeroporto di Melitopol da dove si è notato alzarsi anche del fumo.

Intanto, un rappresentante filorusso ha sostenuto che le forze armate ucraine hanno attaccato quattro volte nella notte la regione del Donetsk con cannoni da 155 mm e mortai da 120 mm. Ad essere bombardati, i distretti di Kievsky, Kirovsky e Petrovsky, dall’area di Pervomaisky e Maryinka. Poco prima di mezzanotte, le forze armate ucraine hanno lanciato razzi con proiettili incendiari dai sistemi di lancio multiplo Grad contro i distretti Voroshilovsky e Kalininsky nel Donetsk.

Dalle autorità locali, invece, si apprende che due persone sono rimaste uccise e cinque ferite in un attacco sferrato dalle forze russe sulla città ucraina di Mykolaiv, con edifici residenziali danneggiati, mentre citando 007 del controspionaggio ucraino, Ukrinform riferisce che forze ucraine hanno usato un drone per attaccare e distruggere un tank russo e uccidere 15 militari russi. Secondo l’agenzia ucraina, il controspionaggio dei servizi di sicurezza Sbu ha pubblicato su Telegram un video a riguardo e ha intercettato anche una telefonata fra un soldato russo e sua madre in cui il primo, testimone oculare dell’episodio, descriveva la scena: “Mamma, oggi è stato un circo! Hanno sganciato una bomba da un drone sulla torretta! Un drone, mamma, un drone…”.

C’erano anche un cittadino canadese e un cittadino svedese con i due americani morti nei giorni scorsi in Ucraina, anche loro rimasti uccisi dopo che un tank russo ha fatto fuoco in battaglia sul fronte nella regione del Donetsk nell’Ucraina orientale. Lo ha confermato il loro comandante alla testata americana Politico che pubblica anche i nomi dei due cittadini Usa presunti foreign fighter andati a combattere per Kiev.

Nell’oblast di Lugansk, ha riferito su Telegram Serhii Gaidai, capo dell’amministrazione militare dell’oblast di Lugansk, citato da Ukrainska Pravda, l’esercito ucraino ha costretto le forze russe a ritirarsi da Verkhnokamianske, ha ucciso 12 combattenti russi del distaccamento Omon (ex unità speciali anti-terrorismo della polizia russa) con base a Sachalin “arrivato in Ucraina per ordine del Cremlino” e ha distrutto una caserma russa a Kadiivka. “Le forze di difesa ucraine stanno infliggendo perdite al nemico su tutti i fronti in cui si svolgono operazioni di combattimento attive”, ha aggiunto, sottolineando l’aiuto dell’artiglieria “fornita dall’Occidente”. “Nelle ultime settimane abbiamo colpito diversi depositi di munizioni e concentrazioni di soldati invasori nella sola oblast di Lugansk. Ci sono stati anche molti attacchi riusciti (sulle forze russe) nell’oblast di Donetsk, che impediscono al nemico di lanciare attacchi più concertati”, ha precisato.

A cura di Televideo-Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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