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Una piccola fattoria nel nord-est della Slovenia messa in quarantena dopo un primo caso di influenza aviaria. La scorsa settimana è accaduto in Francia, mentre a nord di Praga si stanno uccidendo 80.000 galline.

L’aviaria torna ad affliggere l’Europa. Ieri l’agenzia nazionale per la sicurezza alimentare ed i servizi veterinari (Uvhvvr) aveva confermato il primo caso di H5n1 dell’anno in un allevamento di polli vicino a Slovenska Bistrica, una cittadina a circa 100 chilometri a nord-est della capitale Lubiana. “Sono state prese misure nell’allevamento infetto e nei suoi dintorni”, ha affermato l’agenzia, che ha chiesto agli allevatori di isolare i propri animali per prevenire la diffusione della malattia.

I veterinari cechi stanno abbattendo 80.000 galline in una fattoria a Libotenice, 45 chilometri a nord di Praga, dove già oltre 100.000 esemplari sono morti di influenza aviaria dalla fine della scorsa settimana.

Prima di Natale nell’allevamento c’erano 188.000 galline. “L’abbattimento delle galline è in corso”, ha detto il portavoce dell’amministrazione veterinaria statale Petr Majer. “I numeri mostrano che questo ceppo, l’H5n1 altamente patogeno, è molto aggressivo e uccide le galline velocemente e su larga scala”, ha aggiunto. I veterinari distruggeranno anche oltre un milione di uova. La Repubblica Ceca ha registrato 48 focolai di influenza aviaria quest’anno, il numero più alto nella storia in un anno solare.

Basso il rischio di trasmissione agli esseri umani
La Francia che ha segnalato un focolaio nella regione delle Landes, produttrice di foie gras, la scorsa settimana, mentre il Regno Unito ha reso noto all’inizio di questo mese di avere abbattuto quest’anno circa mezzo milione di uccelli. Anche Belgio e Paesi Bassi hanno imposto misure di contenimento del pollame negli ultimi mesi dopo aver rilevato focolai in alcuni allevamenti. All’inizio di dicembre focolai di influenza aviaria da sottotipo H5n1 sono stati individuati in Italia nel pollame domestico, in particolare in allevamenti di tipo industriale di tacchini da carne in provincia di Verona. Il rischio di trasmissione agli esseri umani è considerato basso.

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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