Cinquantotto anni fa il Presidente degli USAJohn Fitzgerald Kennedy – fu ucciso a Dallas. Il Vice-Presidente, Lyndon Johnson, assunse la più alta carica statunitense giurando a bordo dell’aereo presidenziale.

Venerdì 22 novembre 1963 è una data che Dallas (Texas) non dimenticherà mai. L’omicidio del trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy, è stato uno degli eventi più terribili e scioccanti della storia americana. La vita di Kennedy e questo triste giorno in particolare, sono raccontati nel dettaglio al Sixth Floor Museum nel centro di Dallas. Al posto del museo un tempo si trovava un deposito e centro di distribuzione di libri scolastici, divenuto famoso in tutto il mondo quando nel 1963, dal sesto piano di quest’edificio fu sparato il proiettile che uccise il presidente americano. Quando il Texas School Book Depository si trasferì nel 1970, molti cittadini di Dallas speravano che l’edificio fosse abbattuto. Invece divenne la sede dell’amministrazione della contea di Dallas.

Tuttavia il quinto e il sesto piano rimasero vuoti, fino a quando non fu inaugurato il Sixth Floor Museum nel President’s Day del 1989. Kennedy fu ferito mortalmente nella Dealey Plaza da colpi di fucile sparati dal magazziniere, attivista castrista ed ex marine Lee Harvey Oswald.
Il Presidente fu ucciso alle 12.30 mentre attraversava la città a bordo di una limousine cabriolet scoperta con la moglie Jacquelin, il governatore John Connally (ferito gravemente) e la moglie di quest’ultimo a bordo dell’auto presidenziale. La X sull’asfalto di fronte alla Dealey Plaza, nel punto esatto in cui Kennedy fu colpito dai proiettili, è un triste ricordo di quell’omicidio brutale.

La finestra da cui Lee Harvey Oswald sparò al presidente è stata chiusa, ma il resto del piano è stato riportato quasi completamente allo stato in cui era nel 1963. Un luogo speciale ma funesto. Dopo cinquantotto anni dall’omicidio, esistono ancora diverse teorie di cospirazione secondo cui Lee Harvey Oswald non avrebbe agito da solo, anzi, diverse persone, sarebbero state coinvolte nell’assassinio.

Basandosi in parte su prove acustiche, s’ipotizzò che vi fossero stati quattro spari, di cui tre (compreso il colpo mortale) da parte di Oswald e uno forse di un altro cecchino. In conclusione Lee Harvey Oswald potrebbe avere agito nell’ambito di un progetto con altre persone, secondo diversi sostenitori di varie teorie del complotto, anche se di ciò vi sono prove controverse. Oswald, catturato dalla polizia, fu ucciso a sua volta poco dopo dal criminale Jack Ruby, portandosi nella tomba i segreti legati all’attentato. Per scoprire i mandanti e le motivazioni dell’omicidio fu creata la commissione d’inchiesta Warren, che in un anno d’indagini arrivò alla conclusione che il presidente fu colpito da un solo cecchino, che sparò quattro volte. A Oswald furono attribuiti problemi psichiatrici, ma il dubbio che abbia agito nell’ambito di un complotto – che coinvolse diverse persone – ancora oggi rimane vivo.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto RSI

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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