Scioperi a catena contro la libertà del popolo sovrano!
Un mese di Novembre 2024 che entrerà nella storia in quanto impestato da una “marea” di scioperi che danneggiano le famiglie, i lavoratori e i pensionati nella più totale indifferenza dei sindacati e da una sinistra che crede di poter fare il bel tempo e il brutto tempo a suo insindacabile giudizio.
Bene allora noi scioperiamo contro la loro inutilità, quella ampiamente dimostrata negli ultimi 20 anni se non di più.
Proviamo a non pagare per tre mesi la tassa che i sindacati hanno imposto nelle buste paga, una vergognosa trattenuta per mantenere una pletora di parolai che vivono a spese dei lavoratori e che l’unica cosa che sanno fare è organizzare scioperi e cortei con le bandierine rosse e i canti nostalgici degli anni 60/70 del tipo “Chi non lavora non fa l’amore” e che chiudono con “Bella ciao” (Bello ciao per il politicamente corretto) e magari un panino con la mortadella e un bicchiere di San Giovese!
Se invece il Sig. Landini vuole veramente la “rivolta sociale” che tanto richiama gli eventi dell’autunno caldo del 68, potrebbe trovarsi veramente in difficoltà, e vorrei ricordare una frase detta dagli anziani di Taiwan quando si sono confrontati con i militari pronti a intervenire anche con le armi contro i giovani che protestavano per la loro libertà: “Noi siamo vecchi e abbiamo già combattuto per cui non ci importa di morire per i nostri figli e nipoti ma non cadremo da soli“.
Per cui Sig. Landini si prepari, ma si prepari bene, non le sarà facile continuare questo suo ruolo contro chi mantiene Lei e il Sindacato che crede di rappresentare e non è una minaccia, ma un suggerimento umano e consapevole soprattutto nel nostro interesse. Noi siamo italiani e amiamo la nostra Patria e la vorremo libera e unita nel progresso e nella crescita democratica e non in mano a speculatori e avventurieri. Le difficoltà ci sono, lo sappiamo bene, come sappiamo che la coperta è corta ma solo con l’unione seria delle forze di lavoro giorno dopo giorno si può crescere.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica