DONALD RUMSFELD

Il 1 luglio avrebbe compiuto 60 anni Lady Diana, la principessa che più di chiunque altro ha avuto un impatto, nel bene e nel male, sulla Corona britannica. Per l’occasione i suoi figli, Harry e William, si riuniranno per inaugurare una statua a lei dedicata nel giardino di Sunken Garden a Kensington Palace, realizzata dall’artista Ian Rank-Broadley, già artefice del ritratto della regina che compare sulle monete. E in molti sperano che la riunione per questo importante avvenimento “faccia il miracolo” e che Harry e William, la cui foto fu messa fra le mani della principessa sul letto di morte, si riconcilino.

Nata il 1 luglio del 1961, Diana Spencer apparteneva a una delle più antiche e importanti famiglie britanniche, strettamente connessa con la Famiglia Reale da diverse generazioni. Incontrò giovanissima il principe Carlo, di 13 anni più grande di lei, durante una battuta di caccia. Il fidanzamento fu annunciato nel febbraio 1981. Diana scelse un anello in oro bianco con 14 diamanti intorno a uno zaffiro, che il figlio William ha poi donato a Kate.

La tragica scomparsa – La sera del 30 agosto 1997 la Mercedes su cui viaggiavano la principessa e Al-Fayed, guidata dall’autista Henri Paul, impattò contro il tredicesimo pilastro della galleria, cercando di sfuggire ai fotografi. Nello schianto, Dodi Al-Fayed e l’autista Henri Paul morirono sul colpo. Trevor Rees-Jones, guardia del corpo, seduto sul sedile anteriore e il solo ad avere la cintura di sicurezza allacciata, fu gravemente ferito, ma sopravvisse. Lady D, liberata dal groviglio di lamiere, era ancora viva e dopo i primi soccorsi prestati dal dottor Maillez, per caso sul posto, fu trasportata da un’ambulanza all’ospedale Pitié-Salpêtrière, dove arrivò alle 2 circa. A causa delle gravi lesioni interne, venne dichiarata morta due ore più tardi.

La conferenza stampa per l’annuncio ufficiale della morte fu fatta alle 5.30 da un medico dell’ospedale, dal Ministro dell’interno Jean-Pierre Chevènement e da Michael Jay, ambasciatore del Regno Unito in Francia. Verso le 14, il principe Carlo e le due sorelle di Diana, Lady Sarah McCorquodale e Lady Jane Fellowes, arrivarono a Parigi per l’identificazione e ripartirono con la salma della principessa 90 minuti dopo. Quello che accadde in quella tragica notte parigina fu oggetto di indagine per mesi. Al termine dell’attività investigativa si arrivò alla conclusione che l’autista Paul fosse ubriaco e, per seminare alcuni paparazzi, fece sbandare l’auto causando l’impatto fatale. Questa conclusione non ha mai convinto il padre di Dodi al-Fayed, Mohamed, che ha sempre accusato i servizi segreti britannici di essere coinvolti nella storia.

A cura di Samanta Costantini – Foto Il Sole24ore

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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