Orban

Allontanati con la forza, anche a colpi di lacrimogeni. Questa è la situazione tesissima che coinvolge migranti e forze dell’ordine a Budapest. Lunedì scorso, senza che nessuno li fermasse, molti migranti erano partiti con i treni diretti verso Germania e Austria, ma ieri, alla stazione di Budapest, sono stati fermati: a quel punto è scoppiato il caos.

Innumerevoli tumulti e scontri, fino alla chiusura della stazione Keleti, blindata per ore, e lo sgombero di piazza Boruss. Gli agenti hanno usato i lacrimogeni, anche contro i rifugiati della Siria. Tutti vogliono raggiungere la Germania di Angela Merkel, che nei giorni scorsi ha annunciato lo stop agli accordi di Dublino. Una decisione che oggi il governo di Viktor Orban ha impugnato contro la cancelliera, incolpandola direttamente dei disordini scoppiati a Budapest. Dove la gente, gridando “Germany!” ha preso d’assalto i treni, mostrando i biglietti che erano stati regolarmente acquistati. La Merkel ha replicato di “non vedere corresponsabilità”: le regole di Dublino valgono ancora in Europa, anche se la Germania ha smesso, di fatto, di spedire indietro i siriani.

Alla fine il ministro della Difesa ha annunciato l’invio di 3.500 militari in difesa delle frontiere. Anche se i militari non potranno aprire il fuoco, ha precisato.

La situazione è davvero molto complicata, e rinvigorisce le tesi di Viktor Orban, che sostiene che l’Ue sia incapace di gestire l’emergenza. Le regole in vigore sull’immigrazione sono un fallimento, sostiene da tempo il leader del partito ungherese di Fidesz, che giovedì è atteso a Bruxelles, dove incontrerà Jean-Claude Juncker, Martin Schulz e Donald Tusk.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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