Durante le legioni quando si conquistavano nuove lingue di terra, i centurioni a cavallo puntellavano la bandiera dell’imperatore in onore della potenza di Roma. “AVE O CESARE”.
Beh, vista che la venti.lata cordata romagnola si è aggiudicata il bando, mi viene da scrivere “AVE O AUGUSTO”. E, per me, quel nome così magnifico mi rimane molto familiare.
FC CESENA, dunque prova a rilanciare il calcio cittadino con un progetto composto dal numero perfetto mettendo a disposizione una somma liquida che per la serie D non deve essere sottovaluta per una tenuta stagna. Circa due milioni di euro spartiti tra prima squadra e settore giovanile rappresentano la genuinità di una buona partenza e la permanenza nel fattore D per almeno 3 anni. Una volta saliti di categoria, sempre se la squadra composta andasse a vincere, occorre essere pronti per sborsarne almeno tre volte e mezzo di più, perché la Lega Pro sa fare bene i conti dentro il palazzo per non perdere il passo di chi le sta davanti. E, saggiamente Pubblisole ha già fatto capire che senza una figura dal reddito alto nel futuro potrebbero emergere seri problemi di gestione amministrativa e sportiva.

Dionigio Dionigi, nostro ex direttore responsabile di Forza Cesena negli anni sessanta ha voluto ancora una volta calcare sul pennino dichiarando che sarebbe stato un sacrilegio non avere calcio in riva al Savio, lui che il Cesena lo ha iniziato a conoscere da bambino ai tempi della BARLE’DA. Impensabile dare torto a chi prima di te ha guidato un giornale cittadino volto al collante tra società manuzziana e tifoseria rurale.

Si riparte di lì, da quella aggregazione familiare che negli anni ha portato i colori della città sportiva fino all’ingresso in coppa UEFA. Si riparte dalla passione, dal modo di essere, dalla genuinità romagnola condita da una buona dose di fiducia. Riaprire i cancelli del Dino Manuzzi rappresenta la continuità sentimentale per una squadra innovativa che non farà mai dimenticare coloro che fino agli anni 2000 la giubba bianconera l’hanno saputa vestire con onore.

Certo è morto il Cesena calcio; o quanto fu mai grande il dispiacere… D’altronde non poteva essere diversamente dopo le lacune emerse e le pinocchiate dei grilli parlanti…
Sarà stata la sfortuna, la paura, la narrazione di un travaglio, lo specchietto per le allodole, quello che sappiamo è che non c’è più.

E, allora non mi resta che un bicchiere di Petrus, con la speranza come diceva il mio vecchio direttore che la Roma…gna torni a bere la Roma. Perché per tornare grandi basta togliere il gna…

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Vittorio Calbucci

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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