Sono una ventenne con quarantacinque anni di troppo!
Ma questi tanti anni di vita mi hanno insegnato la saggezza, che da giovane non avevo, l’amore per la vita, che da giovane non avevo, e sono fiera delle mie rughe.
Se tutto questo non accade, la vecchiaia può diventare una cosa intollerabile, qualcosa da nascondere, se la amiamo in una persona amata, ci sarà molto facile amarla in noi.
La vecchiaia assomiglia a un giardino segreto, fa parte della nostra riservatezza, significa esserne custodi dentro di noi.

Come l’amore è possibile solo tra liberi!
A questo riguardo c’è una splendida poesia tratta dal libro “Il Profeta” di un grande poeta Kahlil Gibran, che a proposito dell’amore nella vecchiaia recita:
…Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Insieme quando le bianche ali della morte
Disperderanno i vostri giorni.
Insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Vi sia spazio nella vostra unita’,
e tra voi danzino i venti del cielo.
Amatevi l’un l’altra,
ma non fatene una prigione d’amore.
Piuttosto vi sia tra le rive delle vostre
Anime
Un moto di mare
Riempitevi a vicenda le coppe,
ma non bevete da una coppa sola
Datevi cibo a vicenda,
ma non mangiate dello stesso pane
Cantate e danzate insieme e siate
Giocondi
Ma ognuno di voi sia solo,
come sole sono le corde del liuto
sebbene vibrino di una musica uguale.
Datevi il cuore,
ma l’uno non sia rifugio all’altro.
Poichè soltanto la mano della vita
Può contenere i vostri cuori.
Ergetevi insieme, ma non troppo vicini:
poichè il tempo ha colonne distanti,
e la quercia e il cipresso
non crescono l’una all’ombra dell’altro…

Prima o poi invecchiamo tutti, e la vecchiaia non è un tema molto commerciale, tuttavia ho l’impressione che, in questa pandemia, ci siamo resi conto di quanto sia fragile la nostra vita.
Siamo sopravvissuti a due guerre mondiali, eppure sono mesi che non sappiamo ancora che cosa fare contro questo nemico invisibile.

Mai prima d’ora ho avvertito con tanta urgenza la mia vulnerabilità, l’impotenza nei confronti della natura.
La percezione che il decadimento è parte integrante del processo vitale, e che senza di esso, non esisteremmo.
Iniziamo la nostra esistenza giovani, ricchi di sogni e speranze, poi, alla fine, si perde tutto, e si torna a una seconda infanzia, infine alla polvere.

Questo, se ci pensiamo, è un messaggio bellissimo, profondo!
Vivere è una lotta, e siamo vivi perchè abbiamo vinto una battaglia pazzesca, io mi auguro che le conseguenze della pandemia ci facciano riflettere non solo sul senso dell’esistenza, ma anche su quello della morte.
Quando si invecchia, spesso ci si commuove, a me accade, quando vedo un film, quando leggo una poesia, quando guardo il tramonto, quando la primavera si fa leggera di mille colori nei prati in fiore, a volte mi assale una dolcezza triste e piango, ma la verità è, che, quando passano gli anni, si piange, ma non per dolore, ma perchè ogni giorno si celebra la vita!

Invecchiare è un arte e, mi si conceda, anche qui le donne, devono fare uno sforzo in più, e mettere in gioco la loro straordinaria sensibilità, e intelligenza.
E già, perchè per loro, il tempo diventa come un tapin roulant, uomini e donne camminano sullo stesso tempo, ma le sensazioni che ne accompagnano il movimento sono diverse.
Per noi donne invecchiare significa confrontarsi anche con un senso di smarrimento, in una sorta di naufragio di noi stesse, in cui si comincia ad abitare un corpo sconosciuto, e con la sensazione di essere superate, di non essere più sull’onda del vivere, ma dietro, dove il passato si ingigantisce e il futuro perde la sua astratta infinitezza.
Diversamente per gli uomini, che spesso mettono a punto un’idea formidabile di vecchiaia che gli restituisce potere, forza, fascino.

Eppure, io credo che il tempo che passa non toglie solo, ma ci regala sempre qualcosa.
Il tempo che ci viene regalato, finalmente “vuoto”, diventa un mezzo per riscoprire il valore dell’amicizia, delle passioni, la condivisione della voglia di ridere.
In una parola: la grande ”leggerezza” e la “bellezza” che, a vent’anni è un dato di fatto, mentre a cinquanta è “uno stato d’animo”.

Volete mettere?

Si scopre che non siamo solo carne, ma che abbiamo una storia, un percorso, una nuova idea, e la differenza sta proprio qui, nell’”essere” e non nell’apparire!
E allora coltiviamo le nostre passioni, scriviamo, suoniamo, dipingiamo, parliamo ai nostri gatti e ai nostri cani, anche.
Impariamo a improvvisare e, infine, che importanza può avere se le nostre opere verranno o no apprezzate: saranno per noi una terapia, le faremo per stare bene, per ridere, per postarle anche, perchè no?
Abbiamo tutti bisogno di più leggerezza in questo mondo: cheer up, tirati su, non si vive in eterno!

A cura di Sandra Vezzani – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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