Gli abitanti di Sydney in Australia sono in quarantena. La misura è stata adottata per arginare un focolaio di nuovi casi di coronavirus causati dalla contagiosa variante Delta, che preoccupa tutto il mondo e soprattutto la Russia dove sono stati registrati 20.538 contagi nelle ultime 24 ore, per un totale di 5.451.291 dall’inizio della pandemia, secondo i dati comunicati dalle autorità sanitarie.

Nella sola Mosca si contano 6.723 nuovi casi, record dall’inizio della pandemia, come purtroppo anche il numero dei morti, 144 nelle ultime 24 ore. Al momento, riporta l’agenzia Itar Tass, sono 361.295 le persone in cura per Covid in tutta la Russia.
Molti pazienti sono giovani e giovanissimi. Il vice direttore dell’Istituto centrale di ricerca in epidemiologia, l’accademico delle scienze, Aleksandr Gorelov, ha denunciato che la variante Delta del Sars-Cov-2 sta diventando prevalente.

Identificata per la prima volta in India ad aprile, la variante Delta è ormai presente in almeno 92 paesi, secondo l’OMS, tanto da far temere, nonostante le campagne di vaccinazione, nuove ondate della pandemia che ha già fatto quasi quattro milioni di morti.

Il Portogallo è stato il primo Stato dell’UE ad annunciare che era dominante nel suo territorio. Lo è anche nel Regno Unito e in Sudafrica, mentre attualmente rappresenta dal 9 al 10% dei nuovi contagi in Francia.

In Australia, dopo aver decretato venerdì il lockdown di quattro distretti del centro di Sydney, le autorità hanno deciso sabato di estendere, per due settimane, la misura a tutta la metropoli, la più grande del Paese con cinque milioni di abitanti.

Nel Nuovo Galles del Sud, che finora ha contenuto piuttosto bene la diffusione del Covid-19, questa settimana sono risultate positive oltre 110 persone, ma la premier dello Stato, Gladys Berejiklian, è convinta che i casi aumenteranno ulteriormente nei prossimi giorni.

Se l’Australia è stata tra i Paesi che meglio hanno controllato l’epidemia con 910 morti su 25 milioni di persone, il governo è ora criticato per la lentezza delle vaccinazioni, con circa 7,2 milioni di dosi somministrate e solo una piccola percentuale che ha ricevuto entrambe le dosi. Di fronte a questa situazione, la Nuova Zelanda ha sospeso per tre giorni la “bolla aerea” che consente voli senza quarantena con il Paese. Da lunedì inizierà un “severissimo lockdown” anche in Bangladesh di fronte a un aumento “pericoloso e allarmante” dei casi di contagio da variante Delta.

Anche il Portogallo ha deciso di inasprire le restrizioni: lì la variante rappresenta oltre il 51% dei casi, oltre il 70% nella regione di Lisbona.
Un focolaio di variante Delta preoccupa anche il Sudafrica, con 18.762 nuovi casi di Covid-19, la più alta cifra giornaliera da gennaio.
“Siamo entrati in una fase esponenziale della pandemia”, ha avvertito Tulio de Oliveira, uno dei principali virologi del Paese.

In Francia, dove due pazienti sono morti nel sud-ovest, le autorità sanitarie locali hanno annunciato “un piano d’azione immediato” per “evitare una ripresa dell’epidemia”.

In altri Paesi invece si possono allentare le restrizioni. In Spagna, dove si segnala un focolaio di oltre 800 studenti a Maiorca, la mascherina non è più obbligatoria all’esterno, così come in Svizzera.

Nel Regno Unito continua a correre l’epidemia di Covid: i numeri non sono mai stati così alti da febbraio, mentre sul fronte delle vittime, la percentuale elevata dei vaccinati continua a mantenere i numeri contenuti: quasi l’84% della popolazione ha ricevuto la prima dose, oltre il 61% il richiamo.

La pandemia ha ucciso almeno 3.911.561 persone in tutto il mondo dalla fine di dicembre 2019.

Gli Stati Uniti sono il Paese più colpito sia in termini di decessi – 603.522 – che di casi. Il Brasile, che ha 511.142 morti, è seguito da India (394.493), Messico (232,346) e Perù (191.447), il Paese che conta il maggior numero di morti in rapporto alla sua popolazione. L’OMS stima che il bilancio della pandemia potrebbe essere da due a tre volte superiore a quello calcolato ufficialmente.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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