Due indizi non fanno ancora una prova, ma quasi. Così durante le semifinali della Coppa del mondo per club FIFA 2016, disputata in Giappone, giunta alla sua tredicesima edizione – da quando ha sostituito la Coppa Intercontinentale – è la moviola in campo (detta Var) a uscirne con le ossa rotte.

Niente di drammatico ci mancherebbe. O di definitivo perché siamo nella fase di sperimentazione, ma qualcosa si è inceppato ed è accaduto alla prima verifica urbi et orbi della grande rivoluzione. Due episodi significativi in due giorni. Vediamo il riepilogo dei fatti. È sera quando il Kashima, club giapponese, va sul dischetto perché l’arbitro scopre, dalla prova tv a bordo campo, che il rigore c’è. I colombiani dell’Atletico Nacional protestano in quanto, a loro modo di vedere, la Var si è dimenticata di segnalare il fuorigioco dell’attaccante che cade in area.

È stata la prima volta in assoluto che la Var (Video Assistant Referees) è stata utilizzata per assegnare un calcio di rigore, per giunta nel corso di una partita di una certa importanza. Solo dopo il termine della partita, la FIFA ha spiegato che l’assegnazione del rigore era prevista dal regolamento, poiché la palla non era arrivata all’attaccante giapponese che ha subito il fallo, eliminando la validità del fuorigioco.

Passano ventiquattro ore e ci risiamo. Il Real Madrid segna il secondo gol contro il Club America con Cristiano Ronaldo allo scadere e, quel gol, finisce in una vera e propria giostra. È valido per il direttore di gara, non lo è per la moviola, lo ridiventa sempre per la tv dopo un’approfondita analisi e dopo che in campo regna per oltre due minuti la più totale confusione. La Coppa del mondo è stata vinta in finale dal Real Madrid, contro il Kashima Antlers. Cristiano Ronaldo quest’anno ha portato a casa anche la Champions, l’Europeo con il Portogallo e per la quarta volta il pallone d’oro. Tornando agli episodi “incriminati” la prima considerazione è che in campo regna il caos.

Questo non è più calcio “giocato” e purtroppo il clima che si respira non è del tutto chiaro. Diversi allenatori e giocatori hanno criticato l’utilizzo della prova televisiva, giacché dovrebbe semplificare il gioco e non complicarlo ulteriormente. Allora la domanda che sorge spontanea è: la tv in campo funziona? Forse quello che non funziona, è una svolta che si presta a interpretazioni e perdite di tempo.

Il dibattito è tuttora aperto e quelli che chiedono pazienza prendono sempre più forza. Il risultato più prevedibile è quasi sicuramente una frenata dell’introduzione della Var, magari fino al 2019. In fondo si tratta di aspettare una sola stagione in più e questo, sicuramente, non può che migliorare il “complesso sistema calcio.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Lapresse

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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