Il Parlamento tunisino sta valutando di “approvare” in termini brevissimi l’approvazione di una legge che “criminalizza” tutti gli atti di normalizzazione con il Governo di Israele che verranno “puniti” anche con pene detentive che possono arrivare sino all’ergastolo.

Il presidente del Parlamento, Brahim Bouderbala, ha dichiarato: “Crediamo fermamente che la Palestina debba essere liberata dal fiume al mare, che l’intera patria debba essere restaurata e che lo Stato Palestinese debba essere fondato con la Santa Gerusalemme come capitale.”

Tale “legge” sarà composta da 6 articoli e redatta dai Parlamentari che sostengono il Presidente Kais Saied, paladino e sostenitore della causa palestinese.

>La legge definisce la “normalizzazione” come “il riconoscimento dell’entità sionista o l’instaurazione di relazioni dirette o indirette” con Israele e prevede la pena da 6 a 12 anni di reclusione per “alto tradimento” per chi commette “il reato di normalizzazione” e l’ergastolo per la recidiva. Questa legge vieta “tutti gli atti intenzionali che comportano comunicazione, contatto, propaganda, conclusione di contratti o cooperazione, diretta o indiretta, da parte di persone fisiche o giuridiche di nazionalità tunisina con tutte le persone fisiche e giuridiche affiliate all”entità sionista”. Ai tunisini è inoltre vietata qualsiasi interazione, “ad eccezione dei palestinesi interni”<

Alcuni Parlamentari hanno sottolineato che l’approvazione di tale “normativa” diventerà l’espressione concreta delle disposizioni della Costituzione del 2022, secondo la quale la normalizzazione con l’entità sionista è un alto tradimento.

Altri deputati hanno invece dichiarato che il testo, sottoposto all’esame della Sessione plenaria, contiene alcuni errori nella sua formulazione e richiede l’audizione delle parti ufficiali, in particolare del ministero degli Affari Esteri.

Se ne deduce che la Sessione verrà rinviata al fine di valutare l’inserimento di nuovi emendamenti, rettificare alcuni già proposti  e/o di procedere comunque al voto.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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