Al momento si fano ancora ipotesi sulle cause che hanno determinato la tragedia di Mestre e vengono esaminati alcuni video e valutate le testimonianze raccolte.
Sono 21 i morti accertati. dei quali 2 bambini e 15 i feriti, di cui 11 versano in gravi condizioni, nell’incidente che ieri ha coinvolto un bus, a pochi passi dalla stazione ferroviaria.
Al momento solo 7 le vittime identificate, 5 di origine ucraina, 1 tedesco e l’autista del bus, Alberto Rizzotto, 40 anni, di Conegliano (TV).
Il bus stava riportando i turisti al camping Hu, dove soggiornavano, quando per cause in accertamento è precipitato per alcuni metri nel vuoto prima di prendere fuoco.
Le prime valutazioni: Pure essendoci la “classica coda” di auto sul cavalcavia l’autobus all’improvviso si muove, compiendo un movimento “inusuale” come emerso da un video, prodotto dalle telecamere piazzate nel sito, e già esaminato, spostandosi a destra e piombando nel vuoto.
Il fatto è stato raccontato in modo anche da un testimone che era alla guida di un’auto dietro il bus. Il Bus stava compiendo una manovra “anomala” dovuta forse al un malore dell’autista o ad un colpo di sonno. Ma per ora sono solo ipotesi! Solo dopo l’estrazione della “scheda video” e del suo esame, si potranno avere dai certi e significativi.
Si sta analizzando una comunicazione diffusa via WhatsApp nella zona in cui una voce di donna afferma: ”So chi è l’autista del bus e – “qualche testimone ha visto l’autobus prendere fuoco nella rampa di salita del cavalcavia ma non poteva fermarsi perché era stretto fra altre macchine in coda”. Su questo secondo punto non ci sono altri riscontri fra le prime testimonianze raccolte dagli inquirenti.
Mauro Longo, Il comandante dei vigili del fuoco di Venezia, ha raggiunto, intorno alle 23, il luogo della tragedia ovvero pochi minuti dopo lo schianto.
Al momento non ritiene di dare pareri o giudizi sull’accaduto ma sottolinea: “Siamo qui in più di sessante. Credo che una scena così tragica, con così tanti morti in quelle condizioni, la maggior parte di noi non l’abbia mai vista, nemmeno i più anziani. Anche se ogni vita ha il suo peso, il numero conta. Ne abbiamo visti di corpi accartocciati fra le lamiere, nei nostri interventi, ma vederli tutti lì, ammassati in mezzo alle fiamme… C’erano anche una ragazza e una bambina che adesso sono qui, sotto il ponte, coperte dai teli”.
Restiamo tutti in attesa di notizie e la Redazione de “Il Popolano” porge le sue più sentite condoglianze ai parenti delle vittime e un augurio di pronta guarigione ai feriti.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imaoeconomica