Santa Messa a San Pietro a sostegno dell'umanità
Giovedì 15 agosto 2024
Colore liturgico: Bianco
Grado della Celebrazione: Solennità
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle. 
 
Dopo l’annuncio, Maria è partita verso la montagna di Giudea per andare a trovare Elisabetta. Colma dello Spirito Santo, Elisabetta l’ha benedetta. L’ha proclamata “Madre del mio Signore”. Fonte di gioia. Beatitudine vivente della fede. Maria ha risposto con il cantico del Magnificat . Parole ispirate, che lasciano intravedere il suo cuore. Esse sono per noi il suo “testamento spirituale”. Identificandosi con Maria, la Chiesa di tutti i tempi continua a cantare tutti i giorni il Magnificat come suo proprio cantico.
Celebriamo oggi il mistero dell’Assunzione. Alla fine del suo passaggio sulla terra, la Madre del Redentore, preservata dal peccato e dalla corruzione, è stata elevata nella gloria in corpo e anima vicino a suo Figlio, nel cielo. La tomba vuota di Maria, immagine della tomba vuota di Gesù, significa e prelude alla vittoria totale del Dio della vita sulla morte, quando alla fine del mondo farà sorgere in vita eterna la morte corporale di ognuno di noi unita a quella di Cristo. L’Apocalisse ci mostra “un segno grandioso del cielo”: la Donna che ha il sole per mantello, e una corona di stelle. Invincibile con la grazia di Dio di fronte al nemico primordiale. “Figura e primizia della Chiesa”. Primizia nel dolore della maternità al servizio della Redenzione. Primizia nel destino della gloria. Da lì, nel focolare della Trinità, Maria ci aspetta tutti per vivere e cantare con lei la nostra riconoscenza alla Grazia di Dio. La beatitudine divina e umana della Salvezza. Il suo eterno Magnificat.
 
Dal Vangelo secondo Luca – Lc 1, 39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre
“.
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Commento: L’Assunzione di Maria al Cielo in anima e corpo, riconosciuta come dogma con l’enciclica Munificentissimus Deus del 1° novembre 1950, già acclamata come verità di fede nella devozione popolare, è la più grande festività della Chiesa dedicata alla Madre del Figlio di Dio, con liturgia vigiliare propria, e fa memoria del suo dies natalis, profezia e certezza della Pasqua che, in Gesù risorto e asceso al cielo, attende ciascuno di noi (II lettura della Veglia, 1Corinzi 15). Il 15 agosto le Chiese orientali celebrano la Dormizione della Vergine, mettendo in luce come su di lei, in forza della salvezza operata dal Cristo, la morte non abbia avuto potere: Maria «non è morta, si è addormentata» (cfr. Marco 5,39), come nella fede si addormentano, per risorgere, tutti i fedeli nel suo Figlio; Ella, già risorta, viva con il suo corpo che aveva concepito, gestato e custodito Dio, insieme al «Cristo, che è la primizia» (II lettura del giorno, 1Corinzi 15), nella gloria del Padre, è la più grande di tutti i discepoli del Signore, non per suo merito, ma per una predilezione speciale dell’Altissimo, che fa di lei la figlia amata, pensata fin dal principio quale Madre della «stirpe» vincitrice del serpente (cfr. Genesi 3,15), preservata fin dal concepimento da ogni macchia di peccato, posta in tutta la Scrittura come baluardo della fede e della vita.
Buon Ferragosto a Voi tutti.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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