Sono passati settantacinque anni dal referendum del 2 giugno 1946 che ha sancito la nascita della Repubblica; il primo appuntamento, se si escludono le amministrative del 10 marzo dello stesso anno, in cui le donne votarono, esercitando per la prima volta il diritto al suffragio.

La festa della Repubblica, per molti, forse i più, solo il modo per allungare un week end. Diamo tutto per scontato. Non combattiamo più per nulla. E’ come se tutto ci fosse dovuto, come se non dovessimo guadagnarci ogni giorno la preziosa libertà che il sangue di chi ci ha preceduto ci ha regalato. Ebbene no. Mentre noi ci rassegniamo al nulla, mentre aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa, mentre dimentichiamo a che prezzo fu conquistata la nostra Repubblica, nell’ombra, qualcuno potrebbe portarla via.

Se solo si riuscisse a ricordarcene sempre! Se solo potessimo non dimenticare, giorno dopo giorno, che tutto é duro da conquistare, e che ogni conquista é troppo preziosa perché sia dispersa nel nulla, allora avremmo un ricordo di quella coscienza critica che ormai sembriamo aver perso, come turisti di una storia che non ci vede più protagonisti.
Allora, se riscoprissimo il valore assoluto della partecipazione attiva alla vita sociale e politica della Nazione, considerandola davvero “nostra”, forse ci sentiremmo veramente indignati nel vedere lo scempio fatto da questo o da quello.

Forse tutto sarebbe migliore se non demandassimo sempre “agli altri” ciò che é dovuto a noi per diritto e/o dovere assoluto! Di certo vivremmo in un mondo migliore. Mi piacerebbe una festa della Repubblica in cui a sfilare per le vie della Capitale non fossero le sole Forze Armate ma donne e uomini in divisa, senza schieramenti marziali, all’interno di cortei festosi, nei quali fossero rappresentate tutte le categorie portanti del nostro Paese: studenti, operai, commercianti, impiegati, artigiani, insegnanti, medici, infermieri, ristoratori, camerieri e altri ancora.

Insomma tutti, a festeggiare felici la conquista dell’ennesima giornata di lotta per un mondo migliore! Tanti vogliono mettere mano alla nostra Costituzione, culla e incubatrice della nostra ancor giovane Repubblica. Che il 2 giugno sia la festa di tutti gli italiani, di tutti quelli che hanno messo e metteranno in campo le proprie energie e capacità affinché il nostro Paese torni a essere fucina di talenti e innovazione, prosperità e riferimento certo anche per l’Europa. Anche nei momenti più caotici noi abbiamo una certezza, la stessa che alberga in tutti gli italiani; la nostra Repubblica è una ed è solida. Prima di volerla cambiare, l’auspicio è che si provasse a conoscerla davvero!

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica
 

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