Insieme al Big Ben è indubbiamente uno dei simboli iconici di Londra: sto parlando del Palazzo di Westminster, sede del più antico Parlamento della storia; oggi 27 aprile ne ricorre l’anniversario della posa della prima pietra, avvenuta nel 1840.
Il suo nome è ripreso da quello della celebre abbazia ed è composto da due parole: “west” – ovest e “minster” – monastero (letteralmente quindi monastero occidentale). Il Palazzo è sede del Parlamento inglese (il cosiddetto Modern Parliament) già dalla sua nascita nel 1925, ma la sua storia ha radici molto più antiche: già dall’anno Mille infatti (la parte più antica del Palazzo, tuttora esistente, la Westminster Hall, risale al 1097) sulla sponda settentrionale del Tamigi sorgeva una costruzione destinata alle massime istituzioni del Regno d’Inghilterra, che divenne residenza reale dai tempi di re Canuto il Grande.

Il vecchio edificio, di dimensioni più ridotte rispetto all’attuale, era considerato una fortezza inespugnabile in quanto era resistito a numerosi tentativi di distruzione: per citarne uno tra tutti, quello della Congiura delle Polveri avvenuto nel 1606 in cui un gruppo di estremisti cattolici capeggiati da Guy Fawkes tentò di farlo saltare in aria ma venne scoperto in tempo, scongiurando il terribile epilogo. Fu un incendio avvenuto il 16 ottobre 1834 a distruggerlo quasi completamente: le fiamme, divampate da una stufa utilizzata per bruciare la corrispondenza, risparmiarono solo Westminster Hall, la Jewel Tower, la Cripta della Cappella di Santo Stefano e il chiostro.

Successivamente, venne incaricata una Commissione Reale a decidere sull’eventuale futuro dell’edificio. Dopo lunga discussione decise che si sarebbe dovuto provvedere alla sua ricostruzione nella stessa posizione originale, ripartendo da quanto era sopravvissuto all’incendio. Si discusse inoltre sullo stile architettonico da adottare: c’era chi preferiva lo stile classico, ritenendolo più affine all’utilizzo del Palazzo come sede parlamentare, chi invece prediligeva lo stile gotico, in linea con quello dell’omonima Abbazia.

Prevalse lo stile gotico. Venne indetto quindi un concorso dal quale sarebbe stato eletto il progetto ritenuto migliore: vinse quello dell’architetto Charles Barry, che prevedeva un palazzo sviluppato in 4 piani con 1100 stanze, 100 scalinate e 5 chilometri di corridoi, in cui le due Camere avrebbero avuto ognuna una sede propria. A completare la struttura 3 torri, una di medie dimensioni in posizione centrale, e due più imponenti poste alle due estremità: a sud la Victoria Tower (chiamata così in onore della Regina Vittoria) e a nord la Torre dell’Orologio (chiamata successivamente Big Ben e ribattezzata recentemente Elizabeth Tower).

Nel 1847 venne completata la Camera dei Lord, mentre la Camera dei Comuni 5 anni dopo, nel 1852; i lavori si conclusero definitivamente nel 1870. A seguito dei bombardamenti subiti nella Seconda Guerra Mondiale il Palazzo fu sottoposto ad un restauro completo.
Riconosciuto Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1987, oggi il Palazzo Westminster ospita anche stanze di comitati, biblioteche, camere da pranzo, corridoi, lobbies, bar e palestre e vi vengono celebrate importanti cerimonie di Stato.

A cura di Sara Patron – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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