GIORGIA MELONI CON LA FIGLIA GINEVRA
Siamo purtroppo arrivati ad un degrado sociale e politico nell’informazione e nell’uso dei social che dovrebbe far riflettere molto e di più e, in buona parte, certe responsabilità sono proprio a carico dell’opposizione che usa l’arma dell’offesa, della denigrazione costante e a volte del vilipendio nei confronti dell’attuale Governo di centro-destra e della Premier Giorgia Melone, fomentando odio e ancora odio!
Sì, un odio che ha superato tutto e che colpisce sia la Premier che le persone che ama e che le sono vicine, e in modo sensibile sua figlia, la piccola Ginevra di soli 8 anni.
Quanto è stato detto e scritto sui social, in merito al suo viaggio in Cina con la figlia, in alcuni casi, è addirittura irrepetibile, fino ad arrivare a vere e proprie minacce di “morte“!
La più infame: “Kill Gioggia e Ginevretta
Tale frase è stata ripresa e riportata da Fratelli d’Italia sul suo sito , a memoria di tanta volgarità e demenza, con il seguente commento: “Il clima di odio e di intolleranza nei confronti del Presidente del Consiglio e della sua famiglia diventa sempre più inaccettabile e pericoloso. La nostra piena solidarietà“.
Per la cronaca ricordiamo che la piccola Ginevra ha accompagnato sua madre sia alla Casa Bianca che al G 20 a Bali e in altre occasioni nazionali.
Nessuna parola, nessun messaggio di solidarietà da parte della “sinistra” e di tutta l’opposizione che sembra voglia ignorare tali fatti vergognosi. D’altronde ben sappiamo che è tutta protesa a “distruggere” tale Governo e in modo particolare la figura di Giorgia Meloni e i suoi successi nazionali e internazionali, forse per la morbosa invidia che è donna e di destra!
La Meloni, da canto suo, non ha voluto polemizzare e ha dichiarato: “Tra viaggi e impegni sono stata via quasi una settimana, secondo chi critica tutto ciò, avrei dovuto lasciare mia figlia a casa, magari a casa di amici? Mi fa sorridere che certe persone si ritengano moralmente così superiori da poter insegnare a una madre come crescere la propria figlia. È anche una sfida culturale che riguarda tutte le donne: penso che, se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro”.
Sarebbe opportuno che la “Magistratura” intervenisse pesantemente in tali situazione che non riguardano certo la libertà di pensiero, parola e stampa, ma sono vere minacce alle persone e come tali vanno condannate! Questo perbenismo e buonismo delle autorità è deleteria alla “democrazia”!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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