Giorgia Meloni con Fratelli d'Italia il primo partito

Il capo dell’agenzia governativa che controlla le Ong in Libia ha riferito che nel Paese c’é attesa per sapere se la visita odierna a Tripoli della premier Giorgia Melonicontribuirà al ritorno della politica italiana a svolgere un ruolo attivo” in terra libica, dopo il “declino” che lasciato spazio ad altri Paesi. In particolare “il dossier immigrazione è uno strumento di pressione in mano ad altri Paesi che limita gli interessi italiani e libici“, ha sostenuto Ramadan Maiteeg direttore della “Commissione società civile” (Css) in dichiarazioni all’ANSA.

Al momento la politica italiana “è ancora lontana dalla posizione che le spetta quale primo partner economico di questo paese ricco di risorse” come gas e petrolio e “porta d’accesso al continente africano”, ha sostenuto ancora Maiteeg, a capo di un ente affiliato al Consiglio presidenziale libico.  L’esponente istituzionale della società civile ha auspicato che “i politici italiani non si collochino in una posizione sbagliata nella lotta per il potere in Libia” o “addirittura perdano la loro neutralità” nei confronti delle varie fazioni.

Il fallimento dello Stato libico non solo inonderà l’Italia di migranti, ma anche di terrorismo, droga, contrabbando e criminalità organizzata“, ha avvertito l’ex-direttore Relazioni pubbliche e rapporti coi media della Municipalità di Misurata, la città in cui sono basate le milizie libiche tradizionalmente più potenti.

A cura di Stefano Severini – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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