La nave negriera Sea Watch oggi si manifesta quale interprete del diritto internazionale adattandolo alle sue esigenze – non umanitarie – ma di profitto nel trasportare i migranti dal nord Africa ali porti sicuri, solo quelli italiani, come da disposizione ben chiare deli Paesi di cui ostentano la bandiera. 

Il caso in questione riguarda proprio la Sea Watch che ha accusato la Tunisia di aver “deportato”, tramite la sua Guardia costiera,  un gruppo di 50 migranti che avevano trovato riparo su una piattaforma di gas a pochi chilometri dalle coste africane, verso il suo porto. 

Per la cronaca Il diritto internazionale, in caso di soccorso, dice di individuare un porto sicuro e in questo specifico caso il Paese nordafricano era il più vicino per concludere l’operazione!

La Ong, di bandiera tedesca, toccata nel vivo e nel suo interesse ha parlato di “deportazione” affermando: “Temiamo che le persone vengano portate illegalmente verso la Tunisia.”

E’ bene ricordare che la Tunisia è considerata dall’Onu e non solo, un Paese sicuro, quindi agibile per essere utilizzato come porto in caso di operazioni di recupero in mare. 

La Sea Watch ha replicato: “Le circa 50 persone sono state portate sulla motovedetta della Guardia costiera tunisina e sono state deportate illegalmente in Tunisia.” 

Sui network di Elon Musk la risposta nuda e cruda “Non esiste il diritto al passaggio in Europa. In caso di pericolo in mare, le persone devono essere portate al prossimo porto sicuro. In questo caso è in Tunisia. Non si tratta né di illegalità né di rapimento, ma piuttosto di salvataggio in mare secondo le convenzioni internazionali.” 

Ancora una volta diventa sempre più chiaro il vero obiettivo delle ONG, le Navi negriere, non tanto salvare i migranti ma portarli in Europa e possibilmente in Italia, ovviamente i costi sono inferiori e maggiori i profitti. Inoltre tali fatti sono utili ad una certa corrente politica, ben tutelata e implementare l’ideologia no-border.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

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