Il presidente della Federal Reserve Jay Powell

Per fermare la corsa dell‘inflazione, la banca centrale degli Stati Uniti d’America, la Federal Reserve, alza di 75 punti base all’1,5%-1,75% i tassi di interesse sui Fed funds, i fondi di riserva che le banche statunitensi sono obbligate a detenere sotto forma di depositi presso la stessa Fed. Si tratta dell’aumento più energico dal 1994. Riviste al rialzo anche le aspettative sui rialzi futuri dei tassi medesimi: ora si attende che raggiungano il 3,4% alla fine dell’anno, salendo ulteriormente al 3,8% il prossimo per poi attenuarsi al 3,4% nel 2024.

La decisione è stata comunicata al termine dell’ultimo incontro del Comitato federale (Fomc). Il Comitato ribadisce l’impegno a riportare l’inflazione al 2% e annuncia che continuerà a ridurre le proprie disponibilità di titoli del Tesoro, di debito delle agenzie e di titoli garantiti da ipoteca delle agenzie, come descritto nei Piani di riduzione delle dimensioni del bilancio della Federal Reserve pubblicati a maggio.

“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta causando enormi difficoltà umane ed economiche. L’invasione e gli eventi correlati stanno creando un’ulteriore pressione al rialzo sull’inflazione e stanno pesando sull’attività economica globale. Inoltre, è probabile che i blocchi legati al Covid in Cina aggraveranno le interruzioni della catena di approvvigionamento”, si legge nel comunicato stampa del  Fomc, che assicura di essere “molto attento ai rischi di inflazione”.

La Federal Reserve prevede che l’inflazione Pce  (l’Indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali) si attesti al 5,2% alla fine dell’anno, contro il +4,3% previsto a marzo. Nei prossimi due anni, è prevista al 2,6% e al 2,2%. Nel lungo periodo, è prevista al 2%, come a marzo.

Per l’economia Usa è diventato “essenziale abbassare l’inflazione”, ha affermato il presidente della Federal Reserve Jay Powell nella conferenza stampa al termine della riunione di Comitato. “Il mercato del lavoro è molto tirato e la crescita dei prezzi è estremamente alta”, ha detto, rassicurando poi che tuttavia “abbiamo gli strumenti necessari per ridurla”.

I prossimi aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve “dipenderanno dai dati”, ha aggiunto, quello da 75 punti base deciso oggi è “inusualmente alto e non mi aspetto che diventino la norma”, ma alla prossima riunione del Fomc “è molto probabile” che l’aumento sia da 0,50 o 0,75 punti. Con i rialzi dei tassi serrati che sta portando avanti la Federal Reserve, “a fine anno la nostra politica monetaria sarà a livelli restrittivi. Ed è appropriato che lo sia, dato il quadro inflazionistico”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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