In vista del rilancio futuribile del nostro calcio nazionale mi permetto di inviare una semplice proposta ai vertici del CONI: sarebbe cosa buona e giusta che il nuovo tecnico dell’Italia cercasse ispirazione nella passione di chi ci mette entusiasmo e impegno anche se sta poco sotto i riflettori.

Lungi da me volere dare pareri sul calcio, sport che non mi ha mai amato. Da giovane la mia incapacità era così evidente da relegarmi sempre in panchina, senza speranza di entrare mai in campo. Sono comunque diventato accompagnatore e ho incitato a gran voce gli altri. Professionalmente ho “subito” l’obbligo della presenza, nelle immediate adiacenze del terreno di gioco, sempre e solo a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Forse giocherei meglio oggi, nonostante l’età, rispetto a quando ero più giovane… comunque sia ho seguito come tutti quanto è successo dopo la mancata qualificazione della nazionale azzurra al mondiale 2018.

Le polemiche con l’esonero del c.t. Ventura, le dimissioni di Tavecchio, presidente della Federcalcio, e le discussioni su come vada rifondato il pallone di casa nostra. È vero che non sarà Malagò a decidere, ma il tema riguarda anche lui da vicino. Perciò sento il desiderio di fare una considerazione e/o proposta a voce alta. Si sa che la Figc non può competere con i club più importanti di serie A o dei campionati stranieri in tema d’ingaggi, ma proprio per questo deve comunque fare uno sforzo per avere un commissario tecnico all’altezza. Non può fare leva solo sulla “morale” per convincere chi riterrà adeguato a riportare l’Italia ai vertici mondiali. E allora perché non pretendere qualcosa di più motivazionale.

A tal proposito si potrebbe inserire nel contratto del tecnico un comma su come dare ispirazione ai nostri ragazzi cercandola, di tanto in tanto, in allenamenti o gare ufficiali degli altri sport azzurri. Basket, scherma, pallavolo, lotta, atletica, nuoto, tiro, ecc… cambiare aria farebbe bene. Si può ricavare tanto dall’osservare come lavorano gli altri. In uno sport, come il calcio, in cui i giovani possono essere distratti dalle abnormi gratificazioni economiche che lo regolano, guardare chi mette impegno ed entusiasmo, trovando raramente la luce dei riflettori, può ricordare che a occupare quel posto ti ha fatto arrivare soprattutto la passione.

Per chi dovrà anche illuminare con le parole giuste i ragazzi che entreranno nello spogliatoio più importante dello sport italiano, la “luce” potrebbe filtrare anche da questo tentativo. Poi, chi deve decidere faccia quello che vuole, io, così come cantava il cantautore Giorgio Gaber, giusto o sbagliato, sono italiano e proprio per questo continuerò a sgolarmi nel tifare per la Nazionale.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Marco Iorio

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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