Si è svolto a Roma, il primo seminario sul tema “Gli atti Intimidatori nei confronti dei giornalisti: una minaccia alla libertà di espressione”. L’incontro, organizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza e dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, ha visto la partecipazione di qualificati relatori delle forze di polizia e di giornalisti vittime di minacce.

L’evento è stato preceduto dagli interventi del presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna e del direttore Centrale della polizia criminale Vittorio Rizzi, nonché presidente dell’Organismo di supporto al Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente d’informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti.

Il prefetto Rizzi nel suo intervento ha ricordato che il fenomeno delle minacce nei confronti dei giornalisti è costantemente all’attenzione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Inoltre, ha ribadito che il cronista deve denunciare sempre gli atti intimidatori alle forze di polizia, al fine di individuare i c.d. “leoni da tastiera”, ridefiniti per l’occasione come “iene da tastiera”, che sulla rete si nascondono spesso dietro un nickname. Per i giornalisti hanno presentato le proprie riflessioni alcuni autorevoli rappresentanti della carta stampata nazionale. A loro volta, i rappresentanti delle forze dell’ordine, hanno trattato temi quali: l’importanza dell’analisi strategica interforze; l’emersione del fenomeno degli atti intimidatori e la limitazione dei casi di omessa denuncia da parte delle vittime; il contrasto ai crimini cibernetici sulla rete; le minacce di origine politica; le connessioni tra le attività investigative e gli atti intimidatori.

L’incontro ha rappresentato l’occasione per condividere il report del primo semestre dell’anno in corso, relativo al monitoraggio degli atti intimidatori subiti dai professionisti dell’informazione in Italia. L’analisi dei dati del primo semestre conferma la tendenza all’aumento del fenomeno in osservazione: nel 2021 sono stati censiti 110 episodi (più 11 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente quando si sono registrati 99 episodi) di cui 18 riconducibili a situazioni di criminalità organizzata (16 per cento), 36 a situazioni politico/sociali (33 per cento) e 56 riferibili ad altre fattispecie (51 per cento).

Sono state monitorate con attenzione anche le intimidazioni avvenute tramite Web che ammontano a 55, pari al 50 per cento del totale. Le regioni che nello stesso periodo hanno fatto registrare il maggior numero di eventi sono: Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana ed Emilia Romagna.
Si registra anche un espressivo aumento delle giornaliste minacciate. A conclusione dei lavori il presidente Verna ha manifestato la propria soddisfazione per gli interventi dei relatori che hanno esaltato l’importanza dell’etica del giornalista nello svolgimento del proprio lavoro. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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