Nella settima giornata della serie A, a Torino gran finale dopo un derby equilibrato: Locatelli, neo juventino, ha segnato a pochi minuti dal termine il gol che ha deciso il confronto, su assist di Chiesa. La Juve (che stavolta non ha subìto gol) ha cominciato a spron battuto, fallendo due favorevoli occasioni con Kean e McKennie, poi ha lasciato al Toro l’iniziativa e la squadra di Juric ha fatto meglio e ha avuto due possibilità con Lukic e Mandragora.

Ma, è giusto dirlo, la partita per una mezz’ora è diventata una marmellata appiccicosa a centrocampo, senza particolari impennate. Insomma, il derby è rientrato nei suoi confini di partita combattuta ed equilibrata e fors’anche noiosa, tranne che per i tifosi, ovviamente. La Juve è partita meglio nella ripresa e alla fine ha avuto ragione dell’avversario con il gol di Locatelli. Poi Kulusevski è andato vicino al raddoppio: palo.

Con il successo della Juve nel Derby della Mole (il quarto consecutivo dei bianconeri fra campionato Champions), la squadra di Allegri ha dato segni tangibili della propria graduale resurrezione. E’ stato un match con sfaccettature non solo cittadine: la Juve si è riappropriata del primato cittadino in classifica e guarda con maggior fiducia alla concorrenza, anche se lontana. Il Toro non vince un derby casalingo dal 2015.

Juric era privo di tanti importanti pedine, a cominciare dallo squalificato Djidji, per continuare con gli infortunati Pjaca, Belotti e Zaza. In campo Aina e Mandragora. Insomma, un Torino in emergenza come la Juve che non aveva potuto schierare Dybala e Morata, infortunati, mentre per ragioni tecniche Allegri aveva tenuto in panchina Bonucci, Cuadrado e Bentancur mandando in campo dall’inizio Chiellini, Kean e McKennie.

Il vecchio stadio comunale torinese, teatro di mille battaglie e di episodi storici del calcio, ha ospitato una gara inizialmente avvincente, poi non sempre tecnicamente pregevole. L’occasione fallita da Kean in diagonale ha fatto da prologo al derby. Subito dopo KcKennie ha sparato alta una palla su azione di Rabiot. Lo stesso “americano” ha poi mirato alle stelle dopo un rapido contropiede. La risposta del Toro più pericolosa è stata di Singo (alta). Un’occasione di testa di Lukic ha fatto tremare i bianconeri.

La partita è poi entrata in una nuvola grigia ed equilibrata che non ha destato entusiasmi: il Toro ha cercato il tiro prevalentemente da lontano, la Juve nemmeno quelli. Poi Mandragora ha chiamato in causa Szczesny. Anche la Juve, in contropiede con Chiesa e Kean, ha messo in difficoltà la difesa granata: la conclusione di Locatelli è stata deviata da Pobega. Con l’ingresso di Cuadrado, Chiesa è andato al centro e Bernardeschi si è spostato in avanti. Dopo un inizio nebuloso, nella ripresa, la Juve ha avuto una grande occasione con un colpo di testa di McKennie, salvato da Milinkovic.

Poi è stato Cuadrado a impegnare il portiere granata. Un intervento di Pobega su Cuadrado ha fatto gridare al rigore i bianconeri, ma forse il colombiano ha “cercato” il fallo dell’avversario. Poi è stato McKennie a boriare da buona posizione, mentre Locatelli ha tirato alto un buon pallone. Ansaldi ha anticipato Chiesa al momento del tiro dopo un’incursione di Rabiot. Al 41′ il bel gol di Locatelli su input di Chiesa dalla sinistra: tiro basso, forte a fil di palo sulla sinistra di Milinkovic. Poi Kulusevski ha colpito il palo, legittimando la vittoria bianconera.

A cura di Roberto D’Orazi – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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