Il difficile scenario internazionale – dalla guerra in Ucraina alla corsa dell’inflazione – spinge il Fondo Monetario Internazionale a un forte taglio delle stime sul Pil italiano per il 2022: dopo una prima revisione a gennaio, ora nel World Economic Outlook appena diffuso l’Fmi abbassa da +3,8% a +2,3% la previsione della crescita della nostra economia per quest’anno.

Il taglio è ancora piĂą pesante se si considera la stima di crescita di 4,2% formulata dall’ Fmi a ottobre 2021. Ritocco al ribasso (-0,5 punti) anche per il Pil del prossimo anno, ora stimato a +1,7% mentre a fine ciclo nel 2027 la previsione è di un modesto +0,5%. Rivisto al rialzo invece l’andamento dell’Italia nel 2021, con un rimbalzo post-covid valutato a +6,6% (la prima stima era di +6,2%) dopo il -9% messo a segno nel 2020.

Rischio inflazione in vari Paesi

A livello globale l’inflazione è un “chiaro pericolo” per molti paesi: “ResterĂ  elevata piĂą a lungo del previsto”. Lo afferma Pierre-Olivier Gourinchas, il capo economista del Fmi, sottolineando che la guerra ha “aumentato il rischio di una piĂą permanente frammentazione dell’economia in blocchi geopolitici” con standard, sistemi di pagamento e valute di riserve diverse.

L’inflazione elevata “complicherĂ ” l’azione delle banche centrali, alle prese con il contenimento delle pressioni dei prezzi e la salvaguardia della crescita, aggiunge il Fondo, prevedendo un’inflazione al 5,7% quest’anno per le economie avanzate e all’8,7% in quelle emergenti e in via di sviluppo.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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