PAPA JORGE MARIO BERGOGLIO

Siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccio, è anche grazie a questo amore che siamo diventati adulti“.
Sono parole dell’omelia per la messa della prima Giornata dei nonni e degli anziani. La ricorrenza voluta da Papa Francesco che si riproporrà ogni anno, nella quarta domenica di questo mese, è stata annunciata il 31 gennaio scorso. A presenziare la celebrazione e a leggere l’omelia l’arcivescovo Rino Fisichella presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione.

Il Papa è ancora troppo debole a causa dell’intervento al colon subito qualche giorno fa. L’obiettivo è quello di far riflettere sul valore di queste figure che rappresentano le nostre radici e tramandano le tradizioni: “Lo sguardo che i nonni e gli anziani hanno avuto sulla nostra vita”, sul “modo con cui essi, fin dalla nostra infanzia, si sono presi cura di noi”. “Dopo una vita spesso fatta di sacrifici, non sono stati indifferenti con noi o indaffarati senza di noi. Hanno avuto occhi attenti, colmi di tenerezza. Quando stavamo crescendo e ci sentivamo incompresi, o impauriti per le sfide della vita, si sono accorti di noi”.

Pone interrogativi esistenziali sulla relazione affettiva e sociale con chi ha vissuto più a lungo di noi “Quale sguardo abbiamo verso i nonni e gli anziani? quand’è l’ultima volta che abbiamo fatto compagnia o telefonato a un anziano per dirgli la nostra vicinanza e lasciarci benedire dalle sue parole?” “Soffro quando vedo una società che corre, indaffarata e indifferente, presa da troppe cose e incapace di fermarsi per rivolgere uno sguardo, un saluto, una carezza. Ho paura di una società nella quale siamo tutti una folla anonima e non siamo più capaci di alzare lo sguardo e riconoscerci”, prosegue il Pontefice e il pensiero va a questi lunghi giorni di pandemia in cui sono stati proprio gli anziani a soffrire di più a causa del Covid-19.

Dunque l’appello inesorabile di Francesco “I nonni, che hanno nutrito la nostra vita, oggi hanno fame di noi: della nostra attenzione, della nostra tenerezza. Di sentirci accanto. Alziamo lo sguardo verso di loro”. “Oggi c’è bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, di condividere il tesoro comune della vita, di sognare insieme, di superare i conflitti tra generazioni per preparare il futuro di tutti”, afferma nell’omelia per la messa della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, letta durante la liturgia da mons. Rino Fisichella. “Senza questa alleanza di vita, di sogni e di futuro, rischiamo di morire di fame, perchè aumentano i legami spezzati, le solitudini, gli egoismi, le forze disgregatrici. Spesso, nelle nostre società abbiamo consegnato la vita all’idea che ‘ognuno pensa per sè’. Ma questo uccide!”

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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