“Il 13 dicembre, Santa Lucia, ho detto addio e sono andato via ….”.

Il 13 dicembre “dovrebbe” venire disputato l’ultimo Gran Premio della stagione 2020 di Formula 1, ad Abu Dhabi, e la cosa strana è che già oggi sappiamo che per diversi piloti sarà l’addio ai Team per i quali oggi corrono, e con i cui colori “dovranno” disputare il Mondiale.
Tra un divieto ed un’apertura, un’annullamento ed un raddoppio, si è finalmente arrivati a stilare un calendario che (meglio sempre usare il condizionale) dovrebbe permettere la disputa di questo Mondiale “bisesto”, partendo dal 5 luglio in Austria, sede anche del secondo GP, quindici giorni dopo e proseguire con un nuovo doppio appuntamento in Inghilterra, questo però da svolgersi nel corso di due fine settimana consecutivi (26 luglio e 2 agosto).

Poi il Circus toccherà tutte le tappe europee e dal 4 ottobre, Cina, si girerà il Mondo sino appunto al GP finale negli Emirati Arabi, non senza un nuovo doppio appuntamento, immediatamente precedente, in Bahrain; un tour de force indubbiamente gravoso per tutti coloro che ne sono coinvolti, perché molto spesso si disputeranno tre corse nell’arco di due fine settimana, con spostamenti di uomini e materiali estremamente onerosi e poca o nessuna possibilità di fare fronte a problemi alle vetture o ai piloti.

Proprio queste ulteriori difficoltà potrebbero determinare sorprese in quello che sarà lo svolgimento del Mondiale, che ha ovviamente le Mercedes ed Hamilton come logici favoriti, però mai come quest’anno sarà necessario avere continuità di rendimento, magari accontentandosi di un piazzamento che porta punti, piuttosto che correre rischi pur di vincere; vero che un pilota, ammesso ne abbia le possibilità, corre sempre per vincere, ma tante corse così compresse in pochissimo spazio di tempo sono certamente un’incognita anche per i più bravi, i più attrezzati.

Altro tema estremamente interessante, sarà appunto il comportamento di chi sa già essere all’ultimo atto di una parte di carriera, perché si è consumato un divorzio, come nel caso di Vettel, o magari, di conseguenza, si è sottoscritto un nuovo contratto, vedi Sainz junior alla Ferrari o Ricciardo a sostituirlo in McLaren; certo la voglia di far bene, di farsi rimpiangere prima ancora di aver definitivamente salutato, sarà uno stimolo enorme per Sebastian, e non c’è da dubitare sulla correttezza professionale ed umana del pilota e della persona, ma questo porterà un vantaggio o si rivelerà un boomerang nella gestione delle gare, anche da parte della Scuderia?

Perché alla Ferrari di scelte errate nella strategia ne sono state commesse non poche, ultimamente, e nel caso si dovessero ripetere quanto malcontento e polemiche solleverebbero, specie se penalizzanti proprio per l’ormai ex pilota delle rosse? D’altra parte c’è però da sottolineare che mai come in questa stagione, Seb potrà correre libero nello spirito, senza l’assillo di dover vincere a tutti i costi e di cosa potrebbe rappresentare un suo aiuto al compagno di squadra, il giovane Leclerc.

Il francese è giovane e molto bravo, ha dimostrato che se l’auto lo asseconda, è in grado di giocarsela per il Mondiale, ma adesso per lui arriva il difficile, proprio perché avrà tutta la responsabilità sulle sue spalle; Seb diventerà quello “leggero” d’animo, ammesso che correre a trecento e più all’ora possa permetterlo, mentre Charles dovrà non solo confermarsi, ma fare quegli ulteriori passi avanti che la prima guida della Ferrari deve avere nel proprio bagaglio per diventare un vincente.

Per le risposte ai tanti quesiti dell’oggi occorre attendere e sperare che questo calendario “provvisorio” possa diventare realtà, che i motori siano accesi e le auto sfreccino tra curve e saliscendi, insomma che lo spettacolo cominci e pazienza se lo si potrà godere solo in televisione, il Coronavirus c’è e sempre minaccioso ed occorrerà ricordarsi il proverbio …. chi si accontenta gode.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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