Di depressione si parla ancora molto poco, nonostante negli ultimi anni sia dal punto di vista dell’informazione che della comunicazione siano stati fatti molti passi avanti. Esiste tuttavia ancora un limite culturale e sociale: la vergogna di soffrire di questa malattia invisibile.

Come se fosse una colpa, si preferisce mascherare il disagio, il malessere, i pensieri, combattendo con le proprie forze contro quei mostri invisibili che tolgono energia, sonno, fiato, speranza, futuro.
Quando a soffrirne sono le donne in gravidanza o nel post partum, subentra un ulteriore motivo di vergogna: secondo i cliché, le pubblicità e la cattiva informazione che viene da molte riviste patinate, in quel periodo le donne devono essere felici. Niente di più falso: sono infatti oltre 90.000 all’anno in Italia le donne colpite da depressione perinatale (dati Osservatorio Onda).

Spesso la depressione perinatale si manifesta già durante la gravidanza (difficilmente arriva come un fulmine a ciel sereno nel post parto), ma venendo taciuta o mascherata, non può essere diagnosticata e curata: quel malessere, acuito dagli sbalzi ormonali, dalla carenza di sonno e dal fatto che ora c’è una piccola creatura ad avere mille bisogni, porta la madre ad essere esausta e soprattutto a sentirsi sbagliata, incapace, inadeguata al ruolo, e a cadere in un tunnel buio fatto di vergogna, sensi di colpa, paura e solitudine.

Per aiutare queste donne in difficoltà nel 2016 è nata Progetto Ilizia, un’Associazione che offre sostegno gratuito alle mamme colpite da depressione perinatale: psicoterapute e mamme volontarie adeguatamente formate le sostengono via chat e videochiamata.

Ce ne parla la presidente dell’Associazione D.ssa Veronica Simeone:
“Le mamme sono viste dalla società come persone che si devono sacrificare a favore della famiglia e dei figli: chi non lo fa viene giudicata, e additata. Certo: le mamme hanno diritto ad essere felici, ma quando una mamma è esausta, e si sente addosso tutto il peso e la responsabilità della gravidanza e del bambino, vive questo irripetibile momento come fatica, sacrificio.
Come può allora essere felice?
Facendosi aiutare, imparando a non sacrificarsi, a delegare e a curarsi in modo da sentirsi accolta, capita e supportata.
Occuparsi dei figli non è sempre una passeggiata: la gravidanza e il post parto sono dei periodi delicatissimi nella vita di una donna perché oltre a dare alla luce un figlio, in quel momento dà alla luce se stessa come madre. Bisogna concentrarsi sul suo benessere, dandole sostegno e comprensione.
Il confronto con le altre mamme è prezioso perché permette di sentirsi meno sole e meno sbagliate. La condivisione è un’arma potentissima per combattere la depressione, insieme certamente al sostegno psicologico, familiare, e quando serve anche farmacologico”.

I casi di depressione perinatale sono nettamente aumentati in questi ultimi mesi: le restrizioni legate al Covid19 non hanno garantito adeguata assistenza ospedaliera alle madri né prima né dopo il parto, andando ad acuire quel senso di abbandono e solitudine che le ha fatte sprofondare nel buio.
Le mamme di Progetto Ilizia sono pronte a sostenerle e aiutarle:
per info www.progettoilizia.org, D.ssa Veronica Simeone 328-0325206.

A cura di Sara Patron – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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