INDUSTRIE BICICLETTE BIANCHI BICICLETTA MARCO PANTANI SELLINO CICLISTICA

4ª e ultima parte

L’obiettivo del gruppo partigiano, una volta giunti a Borello, è quello di far deviare il cugino d’oltralpe per San Carlo in direzione Cesena, lasciando bici e numero di gara al compagno Aldo Budelacci detto Gambalonga perché si dice che sappia senza sforzo saltare in groppa alla sua mula Iolanda, facendo poi delle evoluzioni sul basto.

Il piano viene preparato a puntino e finalmente arriva il giorno della gara. In paese si respira un’atmosfera intima, calda, quasi da evento storico. Alla partenza, presenziata dai notabili, da uno sparuto capannello di giovani e da una banda di “sbandati” che suona a ripetizione Rosamunda  perché è l’unica che conoscono, tutti rigorosamente in divisa, provenienti dalla vicina Roncofreddo.

Dopo la punzonatura – Don Cimbolano (49½) e prit ros; Pierre (8) e’ stranir; Gable (36) un c’us cred un ator; Carlin e Gisto (19/a e 19/b) mnè in grop – la corsa ha inizio con il fatidico sparo dello starter esploso verso il cielo. Un piccione viaggiatore, colpito in pieno petto, cade esanime a terra. Recava un messaggio urgente: SENATO DEL REGNOi nomi dei testimoni della aeronave di Venezia sono secondo Gordiani: Comandini – Calbucci – Vitali – MVSN – Incaricare Sandreani della ricognizione. Udienza riservata col Duce ore 15.30 del 30 agosto. SENATO DEL REGNO – Varallo Aosta Genova – Segreteria personale – 253270.

Tutto si svolge nella più completa irregolarità. All’altezza di Borello, Pirocca, come da piano, viene spinto da un compagno in un fossato dove Gambalonga lesto lo sostituisce nel proseguo della gara. Il pilota francese, con al collo un cartello recante la scritta “SORDOMUTTO”, riesce ad oltrepassare l’ultimo ostacolo superando, tra una pioggia di sputi e insulti, la mescita del paesino. Il dispaccio giunge finalmente nelle mani del Comandante Licio detto Fantèsma – Comandante della 29°Brigata G.A.P. “Gastone Sozzi”. Si era guadagnato il soprannome perché durante un trasferimento era stato catturato da una squadra di fascisti, probabilmente avvertiti del suo passaggio da qualche spiata, e fucilato. Per sua fortuna, però, al momento dell’esecuzione la squadraccia era piena d’alcool fino ai capelli e aveva fallito il bersaglio. Il militare, poi, che avrebbe dovuto finirlo lo aveva mancato per mancanza di coraggio. Licio e i compagni avevano quindi organizzato una finta sepoltura. Al suo funerale erano presenti tutti gli abitanti del paese. Molti compagni e amici giunsero dai comuni limitrofi. Sulla lapide che sovrasta la sua tomba c’è una iscrizione: Comandante Partigiano “Mario” 1921-1943 “Ha offerto la sua esistenza alla causa di tutti gli uomini liberi”.

​​A un tratto, nei bailamme, laradio annuncia le dimissioni di Mussolini mentre all’arco d’accesso al borgo medievale di Monteleone dove è situato l’arrivo della Cursa di pol, Don Cimbolano taglia trionfalmente il traguardo in solitaria. Il Gable e i suoi camerati Carlin e Gisto Baràca, accusano un notevole ritardo dovuto ad un’uscita di strada e, soprattutto, alla conseguente caduta in una busa de stabi…” (la buca del letame, ovvero letamaio).

Alla Pananza, il cav. Barbiglioni, appresa la notizia delle dimissioni del Duce, parte per un destino incerto, quasi alla cieca, con destinazione Arborea. C’è chi balla fino allo sfinimento, chi mangia “a quattro palmenti” (Beppe) e chi, come Zvanon, beve direttamente da una gomma inserita nel tino maggiore. Don Cimbolano e Fafìn, rispettivamente nei ruoli di campanaro e calciatore, dalla cima del campanile intonano un concerto suonando la Carlona e la Federica col sistema bolognese.

A cura di Marco Benazzi – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui