Letizia Moratti, Marcello Pera, Maria Elisabetta Casellati e Carlo Nordio sono le candidature messe sul piatto dal Centrodestra. Oggi dalle 15 la seconda votazione. Incontri serrati.M5s frena sull’elezione del premier al Colle.

Le prossime ore saranno decisive ma al momento il rischio è che la partita sul Quirinale, notano gli osservatori politici, si avviti. E soprattutto che un mancato accordo sul ‘trasloco’ del premier Mario Draghi al Colle metta a rischio la legislatura e porti alle elezioni anticipate. E’ un timore, in qualche caso un’attesa, che serpeggia tra i partiti. Dopo le 672 schede bianche della prima chiama, ieri, si annuncia al buio anche la seconda votazione per la presidenza della Repubblica, oggi dalle 15. Manca un candidato eleggibile con la maggioranza dei due terzi ma al momento non c’è intesa neanche su un nome che possa essere votato a maggioranza assoluta a partire da giovedì. Quella di oggi, dunque, è un’altra giornata di incontri e contatti frenetici nei partiti e tra i leader a partire dalla riunione dei grandi elettori della Lega convocati da Matteo Salvini alle 10.

Di trattativa sull’esecutivo Salvini non vuol parlare. “Non è in corso alcuna trattativa tra il Senatore Matteo Salvini e il Presidente del Consiglio Mario Draghi a proposito di un presunto rimpasto. È infondato e irrispettoso per il Senatore Salvini e per il Presidente Draghi immaginare che in questa fase – anziché discutere di temi reali come caro-energia, inflazione, scenari internazionali, opere pubbliche o Covid – siano impegnati a parlare di equilibri di governo”. Così la Lega in una nota.

Mentre, si precisa, “il Senatore Salvini è al lavoro su alcuni nomi – donne e uomini – di altissimo profilo. Nessuna confusione né perdite di tempo: la Lega vuole essere garante di stabilità, responsabilità e concretezza”.

Il premier ieri, nel giorno dell’avvio delle votazioni ha deciso di assumere quell’iniziativa politica che, da più parti, era stata sollecitata per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. E lo ha fatto a partire da un colloquio con il leader della Lega, un faccia a faccia lontano dai palazzi della politica e su cui sarebbe dovuto restare il riserbo. Draghi avrebbe chiesto “quali sono le intenzioni dei partiti”, osserva una fonte parlamentare della maggioranza. Lo scopo dei colloqui sarebbe quello di sapere in modo diretto dai leader cosa si aspettino da lui, questo il ragionamento, e farà quello che è nelle sue possibilità per rispondere a queste aspettative.

Ma Salvini ha fatto sapere ai suoi che l’incontro non avrebbe portato ad un’apertura del dialogo con il premier. Secondo il ‘Capitano’ leghista insomma Draghi non avrebbe fornito alcuna garanzia sul governo e su un patto da qui a fine legislatura. Da qui l’impasse sulla prospettiva di una convergenza sul suo nome.

Anzi, il lavoro che il centrodestra e anche il Movimento Cinque Stelle starebbero portando avanti è sempre più spinto verso un’alternativa, da qui la preoccupazione del Pd. “Il mio ruolo è proteggere Mario Draghi ed è assolutamente importante averlo nelle istituzioni del Paese” ha detto il segretario del Pd Enrico Letta, in un’ intervista alla Cnbc, ha aggiunto di ritenere il premier ed ex presidente della Bce “un asset straordinario”.

“Quello che abbiamo registrato è che ci sono dei no molto forti. Per esempio, c’è un no della Lega, di Berlusconi e della Meloni molto forte sul presidente Draghi. Bisogna tener conto un po’ di tutto”. Così la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, parlando con i cronisti a Montecitorio.

C’è un canale “giallo verde” con Giuseppe Conte, che più di Salvini frena sull’elezione del premier al Colle. Dal centrodestra arriva una rosa di nomi che nelle prossime ore potrebbe essere oggetto di confronto. “Proporremo una rosa di centrodestra”, è il coro unanime di Salvini e Meloni e Tajani. Si parla di Elisabetta Casellati, Marcello Pera, Letizia Moratti, Carlo Nordio. E resta in piedi anche l’ipotesi di Pier Ferdinando Casini, il nome più gradito a Matteo Renzi, che potrebbe spuntare dalla quarta votazione. “Anche oggi il Movimento 5 stelle voterà scheda bianca al secondo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica?”, hanno chiesto i cronisti a Luigi Di Maio che risponde: “Vedremo. Aspettiamo che si incontrino i leader. Letta, Conte e Speranza si vedranno. Poi si stabilirà la linea”.

E’ stato fatto anche il nome di Franco Frattini, ma subito è arrivato il “no” di Matteo Renzi ed Enrico Letta. L’opinione condivisa – come testimoniano le dichiarazioni di queste ore di Pd e Iv – è che in una fase delicata per la crisi Ucraina serva un profilo di presidente della Repubblica “europeista e atlantista”.

Tra i nomi circolati, nelle scorse ore, anche quello d Elisabetta Belloni (per la quale è stato ipotizzato anche palazzo Chigi). Ma per ora la ‘carta’ che potrebbe essere trasversale resterebbe solo quella di Casini che, alla vigilia del nuovo voto, esce dal riserbo. E con un post su Instagram esclama: “La passione politica è la mia vita!!”, unendo un cuore, la bandiera italiana e una sua foto da giovane democratico cristiano. Anche se sulla sua elezione mancherebbe l’apertura di Lega e Fratelli d’Italia.

Ed ecco che sale l’allarme tra chi ritiene che con un’impasse si possa a mettere a rischio non solo il governo ma anche tutto il lavoro fatto finora, a partire dal Pnrr. C’è infatti il timore che il gelo di Salvini e di Conte su Mario Draghi possa portare a perdere l’ex presidente della Bce anche a capo del governo. “Per noi la figura di Draghi è preziosissima per il Paese e c’è il rischio che tentativi confusi non portino a nomi di livello adeguato e minino anche la stabilità del governo”, avverte il dem Enrico Borghi.

Le tante emergenze, dal Covid all’Ucraina, devono spingere la politica a scegliere in fretta il prossimo presidente della Repubblica secondo il leader di Italia viva Matteo Renzi, convinto “che serva una soluzione politica”. “Il mio è un appello alla serietà: non perdiamo altro tempo – afferma intervistato dal Messaggero – La crisi geopolitica, la pandemia, l’inflazione, il costo delle bollette e delle materie prime chiedono alla politica di non buttare altro tempo”. Poi in diretta su Radio Leopolda commenta: “Quello che ha l’asso in mano e deve scegliere quando calarlo si chiama Matteo Salvini e ha quattro ipotesi: insistere sul nome di centrodestra ma se non passa fa la fine di Bersani, la seconda è cercare un nome fuori dal giro, nella società civile, la terza ipotesi è che lui riesca a fare un accordo con i gialloverdi, cioè con Conte, su un nome, la quarta è trovare un sistema di usato sicuro… In questo scenario Salvini non ha deciso che fare ma il mio suggerimento è che prevalga la politica, se vanno alla ricerca di effetti speciali rischiano di fare la fine di Bersani”. E aggiunge che per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica “difficilmente andremo oltre la quinta votazione. E’ la mia impressione e la mia speranza. Questo Paese non può rimanere appeso”.

La partita entrerà nel vivo, dunque, in questi giorni. “Bisogna avere pazienza”, osservava in Transatlantico il responsabile della Difesa, Guerini. Saranno decisive le prossime 24 ore per capire se potrà aprirsi una convergenza sull’ex numero uno della Bce. Intanto Draghi si rivolge a tutti i leader politici, spiega chi gli è vicino, nella consapevolezza che le decisioni sul Quirinale non si prendono contro o senza i partiti, e che spetta a loro indicare la soluzione.

Nelle fila dei partiti si traduce così il punto: il premier può essere votato per il Quirinale solo con garanzie per i partiti sul futuro governo, sull’assicurazione che non si torni a votare. Dunque il nodo è la formula dell’esecutivo, il premier, se tecnico o politico, e anche alcuni ministeri chiave. Salvini resterebbe dell’idea del governo dei leader e chiederebbe soprattutto garanzie sul Viminale. Ma questo sarebbe solo uno dei nodi da sciogliere. La verità, spiegano più fonti, è che contro Draghi c’è un fronte ampio che starebbe creando non pochi attriti tra i leader dei partiti, in vari casi divisi al loro interno.

In mattinata l’aula della Camera ha proclamato la deputata Maria Rosa Sessa, prima dei non eletti nel listino forzista plurinominale Campania 2 di Salerno-Scafati e Battipaglia. Il plenum per l’elezione del Presidente della repubblica torna a 1009 e il quorum sale a 673 per le prime tre votazioni a 505 dalla quarta in poi.

a cura di Tullia Fabiani – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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