Un ordigno nascosto all’interno di una Barbie, pronto ad esplodere su un volo della Etihad, diretto dall’Australia ad Abu Dhabi.

Il terrorismo è ormai un situazione in essere che va affrontata nella maniera giusta: senza panico infondato, senza clima del terrore, ma con la migliore cooperazione fra le forze di sicurezza mondiali.

Il ministro dell’Interno libanese, Nouhad Machnouk, ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi che i servizi di Intelligence di Beirut, in collaborazione con le autorità australiane, sono riuscite a sventare un attentato che puntava a fare esplodere in volo un aereo con 400 persone a bordo, tra le quali 120 cittadini libanesi.

Machnouk ha spiegato che il piano era stato messo in atto da quattro fratelli libanesi-australiani, che avevano nascosto le bombe all’interno di una Barbie e di un trita carne. La borsa a mano dove erano contenuti gli ordigni non era stata imbarcata a causa del peso eccessivo.

“L’attentato è stato sventato” ha detto Machnouk, “perché da quando Tarek Khayyat (uno dei quattro fratelli) si è trasferito a Raqqa è diventato uno dei comandanti dell’Isis e l’intelligence libanese ha iniziato a seguire le sue mosse e quelle dei suoi fratelli. Amer Khayyat (il prescelto kamikaze che ha provato ad imbarcarsi con le bombe nel bagaglio) si è spostato diverse volte tra Australia e Libano usando con vari pretesti, tra cui un matrimonio”.

Il piano dei quattro fratelli era quello di “punire gli Emirati Arabi Uniti e l’Australia che fanno parte della Coalizione guidata dagli Stati Uniti contro gli estremisti. Ma quando quattro fratelli libanesi in Australia decidono di far saltare in aria un jet Etihad degli Emirati significa che tutto il mondo dovrebbe lavorare insieme per combattere il terrorismo”, ha concluso Machnouk. “Il coordinamento dovrebbe essere 24 ore su 24 e tra tutti le agenzie di sicurezza”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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